martedì 17 marzo 2009

Decreto legge o legge?

In questi giorni il nostro Presidente del Consiglio ad alta voce annuncia che solo con un decreto legge potrà por mano in tempi certi al "piano casa" ed, excusatio non petita, paventa lo stop del Quirinale come già fu per il caso del Decreto legge ad hoc sul caso Englaro.
Secondo Berlusconi solo con i decreti legge è possibile governare l'Italia che ha regolamenti parlamentari che non consentono decisioni rapide e, nel caso, il ruolo del Presidente della Repubblica deve essere solo quello notarile, no potendo questi entrare nel merito del provvedimento.
Ha ragione o torto? Come al solito il nostro Presidente del Consiglio parte da presupposti esatti, ma arriva a conclusioni sbagliate.
Il mio "trenta" all'esame di diritto costituzionale data ormai oltre 30 anni, ma ricordo ancora bene la materia e cercherò di esporre a quei quattro o cinque lettori che mi seguono il mio pensiero, sperando che alla fine del ragionamento almeno uno rimanga.
Quando Berlusconi afferma che i presupposti di necessità e di urgenza, essenziali per l'adozione di un decreto legge, sono valutati dal Governo e non da altri (Capo dello Stato) ha ragione. L'articolo 77 della Costituzione così recita "....Quando in casi straordinari di necessità ed urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli alle Camere.....".
Questa norma parrebbe dare ragione a Berlusconi.
Insomma il Presidente della Repubblica non potrebbe opporsi all'adozione di un decreto legge.
Ma esiste anche l'articolo 87 della Costituzione che, fra l'altro, dispone "[Il Presidente della Repubblica] promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge ed i regolamenti."
Ossia, a mio parere, il Presidente della Repubblica deve emanre i decreti legge, ma non ha alcun obbligo di emanare qualcosa che, per il nostro ordinamento non è un decreto legge.
Qualcosa di simile - peccato che a spiegarlo agli italiani sia stato solo un giornalista nelle battute finali di un talkshow televisivo e non i politici - avvenne con il caso Englaro.
Le motivazioni del Quirinale sono rinvenibili sul sito della Presidenza (clicca qui) . E c'è dell'altro. Nel nostro ordinamento le leggi (e quindi anche i decreti legge) devono possedere il requisito della generalità e dell'astrattezza, ossia devono valere per tutti quelli che si trovano nella stessa situazione. Nel caso di Eluana Englaro, già definito con sentenza passata in giudicato, l'urgenza della decretazione, per le parole stesse del Presidente Berlusconi, era dovuta solo al volere (politico) di salvare quella vita, non essendo intervenuta alcuna modifica rispetto al passato.
A questo punto il decreto legge veniva adottato senza quei requisiti di generalità ed astrattezza che caratterizzano un provvedimento legislativo. Non era quindi un decreto-legge, bene fece allora il Presidente Napolitano a non emanarlo.

Sul decreto legge annuciato riguardo il piano casa conosciamo, ad oggi, solo le anticipazioni dei giornali . Innanzitutto voglio ricordare a quelli che subito hanno strillato al vulnus alla Ostituzione che anche il provvedimento normativo con il peggior contenuto può non violare la Costituzione.
Solo che la Costituzione, così come riformata nel 2001, all'articolo 117 non assegna allo Stato la potestà legislativa in materia di edilizia, bensì, in "legislazione concorrente con lo Stato", alle Regioni. Pertanto un decreto legge che, per stare quel che dicono i giornali, consentisse ai privati di aumentare la cubatura del proprio appartamento del 20%, non potrebbe esistere nel nostro ordinamento che pone (art. 114) le regioni, le provincie i comuni allo stesso livello dello Stato. In questo caso il Presidente Napolitano farebbe bene a non firmarlo.
La competenza sull'ambiente rimane allo Stato (art. 117) e, giocando sui vincoli (diminuendoli) lo Stato potrebbe "invitare" le Regioni a deliberare nel senso della possibilità di aumentare la cubatura. Oppure, sfruttando la legislazione concorrente, e solo per le Regioni a statuto ordinario, lo Stato potrebbe emanare una "legge quadro". Ma una legge quadro che rimuove alcuni ostacoli statali all'esercizio di una potestà legislativa regionale il cui concretizzarsi sarebbe oltretutto eventuale, di per sé non riveste quei caratteri di straordinaria necessità ed urgenza necessari per un decreto legge.
Staremo a vedere se venerdì il Consiglio dei ministri varerà un decreto legge, un disegno di legge o un mostro giuridico.

sabato 14 marzo 2009

Chiedo venia

E' un po' che non scrivo. Chiedo scusa all'unico lettore del blog. Ho avuto da fare. le femmine sono femmine!
Poi, la situazone politica italiana non cambia. Il PD sempre con lo stesso errore dell'Antiberlusconismo; Di Pietro con lo stesso errore dell'anti; Fini con lo stesso errore.
Il Cav Banana trionfa su tutta la linea promettendo agli italiani che possono chiudere il balcone e trasformarlo in veranda. COn 20.000 euro di lavori l'appartamento aumenta di 50.000!!!! Bella speculazione. QQuasi QQuasi lo ammiro, 'sto presidente del consiglio. sa sempre cosa fare.
Intanto le cose serie, le cose che riguardano ognuno di noi stanno uscendo dai riflettori. Come il testamento biologico, per esempio. Di fronte al carrarmato PDL il PD non trova di megli che farsi in tre, come la trinità, ma la Chiesa non ci sta e fischia l'espulsione. AIUTO!!!! Mi sa che, oltre che per la pensione, dovrò mettere i soldi da parte anche per l'ultimo viaggio verso la DIGNITAS in Svizzera.....