martedì 29 giugno 2010

Berlusconi, Tremonti e la matematica

Eh, sì, sono un po' preoccupato. Da qualche giorno sento Tremonti e Berlusconi, con il solito coro di proni ministri, affermache che sì, la manovra è pesante e qualche aggiustamento si può fare, purché ad invarianza di gettito.
E, secondo i bene informati, i  professori recupereranno qualcosina (giusto, guadagnano poco), le regioni avranno qualcosa in più per la sanità, tutto sempre ad invarianza di gettito.
Ricordo quando a scuola studiavo la matematica ed il bilancio: se una posta di entrata diminuisce, per forza bisogna aumentarne un'altra per poter ottenere la parità.
Visto che si parla solo di categorie che un po' la sfangano, chi sarà che, invece, otterrà ancora più danni e/o pagherà ancora più tasse????
Oppure i minori introiti verranno compensati da un'altra manovra ad ottobre????

venerdì 25 giugno 2010

Napolitano ed il crocifisso


Il Presidente Napolitano, in una lettera a Claudio Zucchelli (link), Presidente di "Umanesimo Cristiano", prende posizione sulla questione dell’esposizione del crocifisso nelle scuole, nell’imminenza della decisione della Grande Chambre attesa per la fine del mese di giugno.

Stimo molto Napolitano e le ragioni addotte per giustificare una presenza del crocifisso nelle classi sono profonde e meritevoli di ogni attenzione.
Volenti o nolenti, anche gli atei più convinti (tranne i 7 milioni di extracomunitari) sono cresciuti in un Paese, come l'Italia, profondamente imbevuto di dottrina cattolica (io ritengo che ciò non sia positivo, ma è un dato di fatto).
Quel che non mi convince della riflessione del Presidente, è che le argomentazioni addotte sono più confacenti a rimuovere un eventuale divieto di esporre il crocifisso che a giustificarne l'obbligo di esposizione.
Quell'immagine di uomo sulla croce (peccato che simboleggi la morte e non la resurrezione) non mi ha mai dato fastidio nei miei anni scolastici, non ho mai provato lo stimolo di rimuoverlo. Quello che mi dà veramente fastidio è l'OBBLIGO della sua esposizione.
Se lo Stato obbliga ad esporre un simbolo delle aule ove impartisce la scienza e l'educazione, significa che tutta l'attività svolta in quelle aule deve essere informata ai principi che quel simbolo rappresenta.
E' come l'esposizione, nelle stanze dei capi degli uffici del tricolore e delle fotografia del Presidente della Repubblica. Significa che tutta l'attività lì svolta deve essere informata ai principi rappresentati dal tricolore e dal Presidente.
E non necessariamente i principi rappresentati dal Crocifisso e dal tricolore coincidono. Posso essere un ottimo cittadino, rispettare tutti i principi della Costituzione, anche se non riconosco l'autorità della Chiesa, che si autodichiara fondata proprio da quell'uomo in croce.
Quel che temo è che, comunque si pronuncerà la Grande Chambre, la sua decisione provocherà i soliti velenosi battibecchi politici (ricordate il "Possono morire!" di La Russa?) per nulla consoni all'esposizione non di "un simbolo di pace e tolleranza", anche se la normativa ancora in vigore che ne impone l'esposizione (R.D. 30-4-1924 n. 965 e  R.D. 26 aprile 1928, n. 1297)  lo definisce, riduttivamente, "arredo scolastico" al pari del cestino e della lavagna, altro che simbolo!
Tutto questo clamore per un "arredo scolastico".... Chissà cosa ne pensa il crocifisso di Don Camillo!!!

mercoledì 16 giugno 2010

Caro Presidente

Caro Presidente del Consiglio,
anche oggi le agenzie riportano la sua volontà di cambiare la Costituzione perché impedisce una seria e spedita azione dell'esecutivo con un iter lunghissimo delle proposte di legge e la quantità di controlli.
Ella dispone di una ampia maggioranza nel Parlamento, come mai si era visto prima. Gli italiani nel 2008 l'hanno premiata.
E allora perché non pone mano alla Grande Riforma? Ormai la legislatura è quasi al giro di boa.
Non ho motivo di dubitare della percentuale ancor più alta di consenso fra gli italiani che Ella spesso cita.
Quindi anche l'eventuale referendum confermativo non dovrebbe crearle eccessivi problemi.
Se é l'arretratezza della nostra Carta Costituzionale che imbriglia il Governo, nella medesima Costituzione è indicata la strada per il suo cambiamento.

Questa è Roma, oggi. Purtroppo.

Stavo attraversando la strada di fronte alle Scuderie del Quirinale, verso il Palazzo della Corte Costituzionale.
Un grosso pullmann, di quelli scoperti, gialli, che portano in giro i turisti per la Città, risale a buona andatura via via IV Novembre e mi segnala con i fari.
Faccio notare all'autista, indicandole, che sto attraversando sulle strisce pedonali, ben visibili.
Per tutta risposta, l'autista, quasi investendomi, alza il braccio in un inequivocabile gesto di vaffa....
Peccato. Roma non era così qualche anno fa.

lunedì 14 giugno 2010

La Feltrinelli e un gratis di troppo

Stimo molto la Casa Editrice "La Feltrinelli". E' stata la prima, nei suoi negozi, a coccolare il cliente, a permettergli di leggere l'intero libro senza poi doverlo pagare, istruendo i commessi che più che commessi sembrano bibliotecari. Senza contare la scelta oculata anche dei libri di nicchia, non necessariamente editi da La Feltrinelli stessa.

Beh, oggi mi ha deluso, almeno come spot di marketing.
Mi arriva una e-mail che mi pubblicizza una nuova iniziativa per il cliente: CONSEGNA GRATIS IN NEGOZIO. Se ordini on line, potrei trovare il libro senza spese di spedizione presso il negozio "La Feltrinelli" di preferenza!!!!


 Bella forza!!!! Non penso che esista un negozio che ti faccia pagare le spese di spedizione su un articolo in vendita presso il negozio stesso!!!

giovedì 10 giugno 2010

Comunicazione. Bersani, non ci siamo!!!

Perché dar ragione a Gasparri? Che senso ha uscire dall'Aula del Senato e non partecipare al voto? I senatori sono eletti per partecipare, non per stare sull'Aventino. Miglior figura ha fatto la Bonino con il suo "convinto no!".
Perché dar Ragione a Berlusconi quando dice che portare a compimento un disegno di legge con queste regole è un inferno? Che senso ha ribattere "Se non ti piace la Costituzione, vattene!"?
Tutti sappiamo che i regolamenti parlamentari sono da perizia psichatrica. Non era meglio cogliere la palla al balzo ed invitarlo ad elaborare insieme un progetto che modifichi il continuo passaggio (4  volte almeno) di un testo fra Commissioni e Aula? Lo avreste spiazzato e un suo probabile rifiuto avrebbe fatto gioco.