Sto ascoltando Anno Zero e non ne posso più di sentire la solita solfa.
Due tesi contrapposte.
La "sinistra" inveisce contro le proposte di legge della maggioranza asserendo che, dal lodo Schifani, passando per la Cirielli fino al lodo Alfano e all'odierno disegno di legge sul "processo breve", non si fa altro che discutere su leggi ad personam.
L'attuale maggioranza afferma, invece, che sono leggi che servono per dare al popolo sovrano una giustizia più certa e più giusta.
Sono 15 anni che sentiamo questa tiritera.
Personalmente sono più vicino alla tesi della "sinistra", ma ritengo che il danno fatto al Paese da questa diatriba sia, ormai, enorme.
Un Paese bloccato da 15 anni sui guai giudiziari di una persona.
Ampi settori della maggioranza che ci governa devono sottostare (pecunia non olet) ai diktat di chi li finanzia. E noi paghiamo.
Si impone una scelta di realpolitik.
Personalmente ritengo che, avendo i soldi, si riesca ad allungare i processi fino a sfuggire alla giustizia. 15 anni di storia lo dimostrano.
Come uscirne per tornare ad occuparci dei problemi del Paese?
Secondo me la soluzione più indolore è la reintroduzione non dell'immunità parlamentare come ora descritta da qualche Giornale, bensì del testo originario dell'articolo 68 della Costituzione che recitava:
"I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile»."
Lo so. Non è bello assistere all'impunità di un membro del Parlamento. Ma, almeno, ci sarebbe modo di metter mano alle reali esigenze del Paese.
Mi fa rabbia assistere al continuo puntare sulle manchevolezze di un uomo e non puntare il dito sulle reali nefandezze di questa maggioranza. Faccio qualche esempio: l'accordo con la Libia, spacciato come accordo sul contenimento dell'immigrazione clandestina. In realtà l'immigrazione rappresenta la minima parte di un accordo che consente appalti per 5 miliardi di dollari ad imprese italiane sottratte alla normativa ordinaria sugli appalti. In virtù di questo accordo la Libia potrà appaltare ad aziende italiane, scelte ad libitum, con compensi alle impresead libitum, con compensi agli operai ad libitum, opere pubbliche in Libia sottratte a qualsiasi controllo. Perchè, quindi preoccuparsi degli appalti sulla Salerno- Reggio Calabria?
Vogliamo parlare anche delle ordinanze di protezione civile con le quali vengono sottratti a qualsiasi controllo appalti per milioni di euro?
Questi sono i mali dell'Italia al confronto dei quaili la sorte di un solo uomo, ancorchè avente una eminente carica pubblica, sono ben poca cosa.
giovedì 12 novembre 2009
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1 commento:
in gran parte il gioco del dito e della luna è responsabilità di un giornale (la repubblica) che ne ha fatto un formidabile strumento per vendere copie. a un certo punto non parlava d'altro, e ora ha abbassato i toni solo perché devono aver visto che non vendevano più così tanto. hai ragione, ben altri sono i guai. anche se vedere il cavaliere sempre impunito rabbia la fa.
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