lunedì 29 giugno 2009

Il Congresso del Partito Democratico

Si infittisce il dibattito sul prossimo congresso del Partito Democratico. Per ora i candidati sono due. Entrambe validissime persone, con senso dello Stato ed animate da ottime intenzioni. Basterà? Ho personalmente una ottima idea dei (per ora) due candidati. Basteranno le loro doti? O si porteranno dietro l'antica querelle mai sopita del partito con il dualismo degli antichi Segretari che hanno attraversato due o tre cambiamenti di nomi.
Insomma, niente di nuovo. Gli schemi rimarranno gli stessi, con le vecchie manfrine e con i vecchi compromessi.
Ho paura che l'ottimo risultato elettorale della Lega abbia insegnato poco e niente al PD.
Una idea, sola; e molta, molta coerenza, quasi una fede, senza mai scendere al compromesso.
Non so chi possa essere il candidato ideale che possa risuscitare l'idea dl PD.
Ma ci vuole una persona che abbia dalla sua la coerenza, la laicità che abbia perseguito una idea senza scendere a compromessi.
Solo così gli elettori disillusi potranno ritrovare il gusto di ributtarsi nella mischia, non contro qualcuno o contro qualcosa, ma per qualcuno e per qualcosa.
Qualcuno che abbia titoli personali e non solo all'interno del partito.
Sarà difficile trovarlo e ancora più dificile che il Partito possa farsi da parte e supportarlo.
Ma ci spero. Spero che ciò avvenga.

martedì 16 giugno 2009

La sindrome del santo salvatore

Ricordo al liceo quando il professore raccontava che in una epoca storica abbastanza gli abitanti dei vari Stati preunitari, quando il loro sovrano governava male eran soliti chiamarne un'altro da fuori anziché ribellarsi e provare ad affrancarsi autonomamente.
Mi sembra che questo atteggiamento sia rimasto nella sinistra (o centro-sinistra che dir si voglia).
Sono anni che provano a liberarsi di Berlusconi, ma sempre chiamando qualcuno in aiuto. Ora il processo Mills, ora il fotografo sardo, ora una non firma del Quirinale, ora una ragazzina di Casoria, ora la riprovazione internazionale per le gaffe compiute, ora le soubrettes sponsorizzate o la presunta conoscenza biblica con alcune ministre.
Insomma sempre e comunque la speranza di sconfiggere il Primo ministro si basa su conseguenze di suoi comportamenti negativi, mai su proposte concrete di programmi alternativi.
Sono anni che questa strategia non paga.
Ed il maggior partito di opposizione persevera, non ostante dalle ultime elezioni sia emersa chiaramente qual è la strategia vincente, vedi la Lega e l'Italia dei Valori.
Invece, invece nel PD continuano a beccarsi nomi noti e stranoti che già hanno inanellato sconfitte su sconfitte. Rassomigliano tanto ai capponi di Renzo.

venerdì 12 giugno 2009

Referendum: istruzioni per l'uso

Sui giornali leggiamo che andare a votare per il referendum è inutile perché il quorum non si raggiungerà mai e anche controproducente per gli elettori che non si riconoscono nel PDL in quanto la vittoria dei sì darebbe a quest'ultimo partito un premio di maggioranza tale da governare da solo con il 55% dei parlamentari.
Non è proprio così.
E' vero, solo un miracolo potrà portare alle urne gli oltre 25 milioni di elettori necessari al reggiungimento del quorum, ma se facciamo dell'effetto annuncio una verità, ogni referendum non avrebbe alcuna chance di passare.
Quella che è molto zoppicante, invece, è la seconda affermazione.
In caso di vittoria dei sì, il PDL si troverebbe, è vero, una legge elettorale bella e pronta in grado di regalargli una maggioranza del 55% anche senza la Lega, ma non potrà mai andare alle elezioni con questa legge (il porcellum corretto).
Il giorno dopo la proclamazione dei risultati elettorali, tutti i partiti diversi dal PDL presenterebbero una proposta di legge per modificare il porcellum corretto dal referendum. Devono farlo, sono obbligati a farlo, pena la loro riduzione a rango di minoranza stabile. A parità di voti con le politiche 2008, infatti, con il porcellum corretto dal referendum, avremmo il PDL al 55% del numeno dei parlamentari e TUTTI gli altri partiti che si divideranno il restante 45%. Il PDL non potrà bloccare la discussione del disegno di legge in quanto si troverà ad esser minoranza. Quale legge elettorale uscirà dal dibattito non è dato sapere, ma ricordando che nella scorsa legislatura l'unico accordo raggiunto fu il disaccordo totale su tutto, l'unico progetto che avrebbe qualche possibilità di successo sarebbe la rinascita del mattarellum.
Esiste anche un'altra possibilità. Subito dopo l'esito favorevole per il sì del referendum, per anticipare e/o bloccare l'approvazione di una nuova legge elettorale il PDL potrebbe, con le dimissioni del Presidente del Consiglio, provocare una crisi di governo e chiedere le elezioni anticipate, in modo da votare con il porcellum corretto.
Ricordo però cosa è successo dopo le dimissioni del Governo Prodi. Prima di sciogliere le Camere, il Quirinale diede a Marini un incarico esplorativo con lo scopo di accertare se nel Parlamento si potesse trovare una maggioranza che, almeno, approvasse una nuova legge elettorale. Allora quella maggioranza non si trovò.
Nel nuovo scenario ipotizzato di un porcellum che l'esito favorevole del referendum rende molto molto favorevole ad un solo partito e molto molto sfavorevole a tutti glia altri.... forse forse questa maggioranza, solo numerica, per modificare tale legge elettorale si potrà trovare.