martedì 15 dicembre 2009

Reagan e l'attentato del 1981

Il 30 marzo del 1981, il Presidente americano Ronald Reagan fu ferito, abbastanza gravemente, da uno squilibrato, tale John Hinckley.
Chissà se gli incolpevoli cittadini americani furono condannati, come sta succedendo da noi, ad ascoltare le più fantasiose ricostruzioni non sul fatto, bensì su quel che sta dietro al fatto; complotti e responsabilità del clima di "terrore" che giustifica giri di vite sui cortei e sui social network??

martedì 8 dicembre 2009

Liquidazioni dimezzate

Durante la discussione di Ballarò di stasera è emerso che nella legge finanziaria 2010 attualmente in discussione alla Camera è previsto che gli accantonamenti del trattamento di fine rapporto di lavoro, attualmente depositati presso l'INPS verranno inseriti come copertura del fabbisogno dello Stato per le spese correnti.
Ricordo come cominciò questa storia. Il trettamento di fine rapporto di lavoro (TFR) è una retribuzione differita, ossia sono soldi già guadagnati dai lavoratori, prima depositati presso le aziende ed erogati al lavoratore al momento della conclusione del rapporto di lavoro per aiutarlo nel momento difficile.
Si è verificato che, talvolta, le aziende non accantonassero le somme ovvero spendessero gli accantonamenti lasciando i lavoratori a bocca asciutta.
Si pensò di invitare, su base volontaria, i lavoratori ad affidare gli accantonamenti del TFR a fondi di investimento. Investimento quindi: Bot, CCT, etc.
Chi non voleva aveva l'assicurazione che gli accantonamenti rimanevano al sicuro presso l'INPS.
Ora lo Stato li preleva per coprire le spese correnti. Per rendere i soldi al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, lo Stato dovrà ripianare il debito contratto con l'INPS.
COME FARA'?
Ovviamente li prenderà dal prelievo fiscale. Quindi, i lavoratori, come tasse, dovranno ripianare il debito e RIPAGARSI la liquidazione una seconda volta.
La conseguenza è gravissima. Il lavoratore si paga la prima volta la liquidazione con il differimento della retribuzione ed una seconda volta con le tasse.
Insomma paghi due e prendi una!! Ovvero importo dimezzato.
Ottimo affare, non trovate?

venerdì 4 dicembre 2009

Il prezzo della democrazia

E' di oggi la notiziola di un sindaco leghista di un paesello del nord ha in animo di emanare un'ordinanza che vieta la presenza di extracomunitari in uno stabile pubblico o privato che sia oltre una certa percentuale.
Ordinanza suggestiva davvero. E gravida di effetti positivi. E' noto che la concentrazione di extracomunitari in uno stabile forma un ghetto (vedi le banlieu parigine) con grave pregiudizio per l'integrazione, la civile convivenza e l'ordine pubblico, nonchè per il valore dello stabile.
Insomma è preferibile senz'altro evitare che in uno stesso stabile convivano solo famiglie di extracomunitari. Integrazione è un po' commistione recitava il primo Documento programmatico sull'immigrazione del I Governo Prodi del 1998.
Cosa c'è che non va, allora? Perché questa ordinanza positiva, se mai vedrà la luce, sarà subito cassata dal Ministero dell'interno o dalla Corte Costtuzionale?
E' il prezzo della democrazia. I nostri padri e i nostri nonni si sono battuti a costo della vita per affermare il DIRITTO di ognuno di noi di muoversi e soggiornare a proprio piacimento senza che qualcuno pensi quello che sia meglio per noi.

giovedì 26 novembre 2009

Lodo Alfano con legge costituzionale?

E' di stasera la dichiarazione del ministro La Russa che il PdL riproporrà il Lodo Alfano come legge costituzionale tenendo conto dei rilievi della Corte Costituzionale .
Beh, mi sembra un'altra dichiarazione manifesto.
L'articolo 138 della Costituzione prevede che "Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti."

Quindi, nel migliore dei casi sei mesi di lavori del Parlamento; poi la tagliola dei due terzi della maggioranza per evitare il referendum.

Uhm, Bel lavoro per un Governo che, ad onta della schiacciante maggioranza in parlamento, va avanti a voti di fiducia. Auguri!

E i problemi REALI del Paese? I disoccupati? il debito pubblico?


mercoledì 25 novembre 2009

Ballarò, la Lega ed il reato di immigrazione clandestina

Nella puntata di ieri di Ballarò, l'on. Cota ha cercato di spiegare il perché della necessità del'esclusione del reato di immigrazione clandestina dal cd."processo breve" [meglio chiamarlo "ammazzaprocessi"]. L'esponente leghista ha confusamente parlato di una Direttiva dell'Unione europea che "imporrebbe" una sentenza per eseguire l'espulsione dell'immigrato irregolare.

Le cose non stanno proprio così. Anzi, è proprio per sfuggire a questa Direttiva europea che la Lega ha fortemente voluto l'introduzione del reato di immigrazione clandestina anche nella forma manifesto del pacchetto sicurezza e vuole fotemente che in ogni caso si giunga a sentenza nel reato di immigrazione clandestina.

La Direttiva europea in questione è la 2008/115/CE del 16 dicembre 2008 , non recepita dall'Italia, proprio quella che entusiasticamente Maroni ha dichiarato di voler anticipare portando sempre con il "pacchetto sicurezza" (lettera L comma 22, art.1 legge 15/7/2009) la detenzione (art. 14 del Testo unico immmigrazione n.286/98) nei Centri di Identificazione ed espulsione a 180 giorni.

Purtroppo per gli orientamenti politici della Lega, la Direttiva prescrive ben altro, ossia che l'espulsione coattiva del clandestino deve essere l'ultima ratio per gli Stati membri EU, preceduta dal tentativo del rimpatrio volontario, assistita da garanzie per il rispetto della persona, con sorveglianza del giudice sul trattenimento, con il diritto ad un ricorso effettivo contro l'espulsione, con il divieto di reingresso che non può eccedere i 5 anni, salvo casi eccezionali di pericolo per l'interesse nazionale (attualmente la Lega, con la Bossi-Fini ha portato questo divieto di reingresso per l'espulso sempre a 10 anni). Insomma una serie di garanzie per i cittadini di Paesi terzi che devono essere espulsi. Ma, ovviamente la Lega vuol avere la copertura europea solo sull'aspetto punitivo dell'aumento della detenzione nei CIE.

La Direttiva europea, però, all'articolo 2, offre una scappatoia ai leghisti: "Gli Stati membri possono decidere di non applicare la presente direttiva ai cittadine dei Paesi terzi a) sottoposti a respingimento alla frontiera, b) sottoposti a rimpatrio come sanzione penale o come conseguenza di sanzione penale". Quindi, se la polizia riesce ad eseguire l'espulsione del clandestino o irregolare, non serve la sentenza (si avrà, ai sensi dell'art.1 comma 15 della legge 94/2009 "pacchetto sicurezza", un non luogo a procedere). Se la polizia non riesce ad eseguire subito l'espulsione, la sentenza di condanna non servirà all'applicazione di sanzioni penali quali detenzione o multa, bensì offrirà la possibilità di escludere il clandestino dai benefici e dalle garanzie portate dalla Direttiva europea e privarlo della possibilità del rimpatrio volontario, delle garanzie della possibile gradualità del divieto di reingresso.

Insomma, non il reato di immigrazione clandestina è essenziale per la Lega, bensì una sentenza su tale reato.
Se la Direttiva europea dice che solo i cattivissimi possono esser trattati male, la Lega fa diventare tutti i clandestini cattivissimi per legge, così li può legalmente trattare male.

lunedì 23 novembre 2009

efficacia della comunicazione

Sto leggendo i giornali non azzerbinati al Potere e, fra me e me, rifletto sull’efficacia della comunicazione sui guasti che questo Governo sta portando al sistema Italia.

Ritengo, magari con un po’ di presunzione, che l’efficacia potrebbe esser maggiore se ci si prendesse la briga di lasciar perdere l’attacco frontale e ci si soffermasse sui contenuti formali e sostanziali della comunicazione.

Faccio due esempi.

Il primo errore formale è il “Processo breve”. Articoli ed articoli per spiegare le nefandezze del disegno di legge e poi, nei titoli, ci si adegua alla maggioranza continuandolo a chiamare “processo breve”, anziché – come più giusto – “ammazzaprocessi”, ingenerando la convinzione ed avvalorando quel che dice il Governo, che comunque si tratta di un provvedimento che velocizza la giustizia.

Il secondo esempio è più sostanziale e riguarda il fenomeno dell’immigrazione.

Sulla stampa vicina all'opposizione è stata data rilevanza al bus della vergogna di Milano dove vengono caricati i clandestini, al provvedimento del “bianco natale”, a quello dell’invito alla delazione del clandestino. Queste iniziative sono state bollate come razziste.

Nella forma sono pratiche odiose, ma perfettamente legittime. Dalla Turco-Napolitano, approvata dal centro sinistra nel 1998, in poi tutti i governi di destra o di sinistra hanno usato lo slogan “chi è clandestino deve essere espulso”. Che poi il clandestino venga scoperto con retate, con delazioni o in seguito a controllo dei vigili urbani ha ben poca importanza. Agli occhi della gente, e del diritto, deve essere espulso. Un attacco fondato sulle modalità di applicazione di una legge e non sulla sostanza non mi sembra molto efficace.

Ben altre sono le nefandezze di questa maggioranza in materia di immigrazione, prima fra tutte l’irrisolto sistema di ingresso legale affidato ormai solo alle sanatorie e ad un clic day che arriva, come babbo natale, per un’ora l’anno. Per poi continuare con il contratto di integrazione a punti, altra corbelleria fin ora fortunatamente non realizzata, per finire all’eccesso di burocratizzazione che costringe l’immigrato regolare a instaurare un continuo e defatigante rapporto con la Pubblica Amministrazione a tutto di scapito della sua attività lavorativa.

Di tutto ciò , forse perchè fa parte della quotidianità, ben poco emerge dalle pagine dei giornali

martedì 17 novembre 2009

Alla faccia della coerenza!

Vi ricordate quel che successe agli inizi di febbraio? L'attuale maggioranza dichiarò solennemente che l'essere umano non può fare a meno di bere, non può rifiutarsi di assumere acqua e che, se incosciente, DEVE essere idratato anche se aveva lasciato disposizioni contrarie.
Quindi, per l'attuale maggioranza, l'acqua è un bene essenziale alla salute.
Quindi, secondo l'articolo 32 della Costituzione che tutela la salute, l'approvviggionamento idrico è un bene costituzionamente garantito.
E oggi cosa fa questa maggioranza? Pone la fiduxia su un pone la fiducia sul decreto salva-infrazioni che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua.
In parole povere l'acqua del Sindaco che ci viene dal rubinetto, sarà fornita da una società con capitale di maggioranza privato, ossia volto al profitto, ossia a guadagnare, ossia a spillare più soldi a noi cittadini.
Alla faccia della coerenza

giovedì 12 novembre 2009

Basta con questi casini

Sto ascoltando Anno Zero e non ne posso più di sentire la solita solfa.
Due tesi contrapposte.
La "sinistra" inveisce contro le proposte di legge della maggioranza asserendo che, dal lodo Schifani, passando per la Cirielli fino al lodo Alfano e all'odierno disegno di legge sul "processo breve", non si fa altro che discutere su leggi ad personam.
L'attuale maggioranza afferma, invece, che sono leggi che servono per dare al popolo sovrano una giustizia più certa e più giusta.
Sono 15 anni che sentiamo questa tiritera.
Personalmente sono più vicino alla tesi della "sinistra", ma ritengo che il danno fatto al Paese da questa diatriba sia, ormai, enorme.
Un Paese bloccato da 15 anni sui guai giudiziari di una persona.
Ampi settori della maggioranza che ci governa devono sottostare (pecunia non olet) ai diktat di chi li finanzia. E noi paghiamo.
Si impone una scelta di realpolitik.
Personalmente ritengo che, avendo i soldi, si riesca ad allungare i processi fino a sfuggire alla giustizia. 15 anni di storia lo dimostrano.
Come uscirne per tornare ad occuparci dei problemi del Paese?
Secondo me la soluzione più indolore è la reintroduzione non dell'immunità parlamentare come ora descritta da qualche Giornale, bensì del testo originario dell'articolo 68 della Costituzione che recitava:
"I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.
Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile»."

Lo so. Non è bello assistere all'impunità di un membro del Parlamento. Ma, almeno, ci sarebbe modo di metter mano alle reali esigenze del Paese.
Mi fa rabbia assistere al continuo puntare sulle manchevolezze di un uomo e non puntare il dito sulle reali nefandezze di questa maggioranza. Faccio qualche esempio: l'accordo con la Libia, spacciato come accordo sul contenimento dell'immigrazione clandestina. In realtà l'immigrazione rappresenta la minima parte di un accordo che consente appalti per 5 miliardi di dollari ad imprese italiane sottratte alla normativa ordinaria sugli appalti. In virtù di questo accordo la Libia potrà appaltare ad aziende italiane, scelte ad libitum, con compensi alle impresead libitum, con compensi agli operai ad libitum, opere pubbliche in Libia sottratte a qualsiasi controllo. Perchè, quindi preoccuparsi degli appalti sulla Salerno- Reggio Calabria?
Vogliamo parlare anche delle ordinanze di protezione civile con le quali vengono sottratti a qualsiasi controllo appalti per milioni di euro?
Questi sono i mali dell'Italia al confronto dei quaili la sorte di un solo uomo, ancorchè avente una eminente carica pubblica, sono ben poca cosa.

Brunetta, il giuramento e i gli impiegati dello Stato

Brunetta ha dichiarato che i dipendenti dello Stato dovranno d'ora in poi giurare fedeltà.
Ricordo a me stesso che il D.P.R. 10 gennaio 1957, n.3 recante "Testo unico degli impiegati dello Stato", all'articolo 11 recitava:
"

11. Promessa solenne e giuramento.

L'impiegato, all'atto dell'assunzione in prova, deve fare, davanti al capo dell'Ufficio o ad un suo delegato, in presenza di due testimoni, solenne promessa secondo la formula seguente:

«Prometto di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell'interesse dell'Amministrazione per il pubblico bene».

Prima di assumere servizio di ruolo l'impiegato deve prestare giuramento davanti al capo dell'Ufficio, o ad un suo delegato, in presenza di due testimoni, secondo la formula seguente:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell'interesse dell'Amministrazione per il pubblico bene».

La promessa solenne e il giuramento non si ripetono nel caso di passaggio ad altro impiego.

Il rifiuto di prestare la promessa solenne o il giuramento importa la decadenza dall'impiego.

L'Articolo fu poi abrogato dall'art. 3 del DPR 19 aprile 2001, n. 253, in seguito alla cd. privatizzazione del pubblico impiego.

Niente di nuovo sotto il sole, dunque.

giovedì 5 novembre 2009

il libro di Vespa

Argomento un po' futile.
A giudicare dai continui aggiornamenti e dal suo "stare sulla notizia", il nuovo libro di Vespa piuttosto che un libro mi sembra un quotidiano!

martedì 3 novembre 2009

Il Crocifisso e Strasburgo

La Corte europea dei diritti dell'uomo, come riferisce oggi Repubblica.it o Il Corriere.it o Il Giornale.it , ha stabilito che il crocifisso nelle scuole è in contrasto con la libertà religiosa.
Come al solito, i nostri governanti sono più realisti del re nel difendere, in uno Stato laico, la religione cattolica.
Mentre il Vaticano si è trincerato dietro "no comment" e un qualche dichiarazione prudente, leggendo i commenti dei nostri ministri, si assiste ad uno sguaiato abbaiare contro i giudici (ma è una fissazione!!).
Saltano agli occhi anche alcune perle. Sempre che quanto si legge su Repubblica.it sia stato effettivamente detto dalla Gelmini ("Nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità. La nostra Costituzione riconosce, giustamente, un valore particolare alla religione cattolica. Non vorrei che alcune norme a cui si rifanno i giudici della Corte di Strasburgo fossero in contrasto con il nostro dettato costituzionale. Non è eliminando le tradizioni dei singoli paesi che si costruisce un'Europa unita, bisogna anzi valorizzare la storia delle nazioni che la compongono. Per questi motivi, secondo me il crocifisso rappresenta l'Italia e difenderne la presenza nelle scuole significa difendere la nostra tradizione") , la ministra dell'istruzione dimostra come sia necessario ripristinare lo studio della Costituzione, visto che non la conosce neppure lei.
Due perle in tre righe:
1) la nostra Costituzione (art. 7) non riconosce, come il Concordato del 1929 un particolare valore alla religione cattolica. Le modifiche del 1984 parlano di assoluta indipendenza e solo che "i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano"; ben lontano, quindi, da un particolare valore della religione cattolica; forse soloun particolare valore all'insegnamento della religione cattolica; il che, con l'ostentazione del crocifisso, non c'entra alcunché.
2) Se i principi secondo i quali è stata emanata la sentenza sono contrari alla nostra Costituzione, è quest'ultima che si adegua ai Trattati sottoscritti, (art. 10 Cost.) non il contrario.

venerdì 30 ottobre 2009

Consiglio europeo

Roma, 16:29

UE: P.CHIGI, GOVERNO SEGUE QUESTIONE NOMINE

"I leader presenti al Consiglio Europeo in corso a Bruxelles hanno avviato una serie di contatti e di colloqui per l'assegnazione alle diverse formazioni politiche presenti in Europa delle due nuove cariche istituite dal Trattato di Lisbona: il Presidente stabile della Ue e l'Alto Rappresentante per la Politica Estera". Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi. "Il Presidente Berlusconi, forzatamente assente al Vertice - prosegue il comunicato - segue l'evoluzione di tali contatti attraverso il ministro degli Esteri presente a Bruxelles. Qualora emergesse in concreto la possibilita' per l'Italia di ottenere l'assegnazione di una di quelle cariche, il Governo valutera' con serieta' e responsabilita' le candidature capaci di assicurare all'Italia un incarico di cosi' alto prestigio".

Magari.... ..... .... Certo che se, dopo tutte le figurelle che abbiamo fatto all'estero, dopo che i media internazionali ci hanno abbondantemente "sputtanato" come dice il nostro Presidente del Consiglio, il Consiglio Europeo pensa di affidare ad un italiano la Presidenza dellUnione o l'Alto Rappresentante in politica estera.... dovrò rivedere parecchie mie convinzioni....

martedì 27 ottobre 2009

La teoria degli insiemi

Vi ricordate a scuola, quando ci insegnavano la teoria degli insiemi?
Spesso gli insiemi venivano rappresentati come due ellissi parzialmente sovrapposte in modo che i punti da esse racchiusi, a seconda della loro posizione potevano appartenere all'uno o all'altro insieme o a tutti e due.
Sono molto curioso, pura e semplice curiosità, di conoscere la fascia di sovrapposizione di questi due insiemi:
INSIEME A: tutte le persone che, in numero di tre milioni, domenica scorsa, invece di andare a farsi una gita fuori porta o rimanere a casa o andare a trovare i vecchi parenti, sono andate a votare alle primarie del PD;
INSIEME B: tutte le persone che, in numero di sei milioni, ieri, invece di andare a farsi una pizza, o di andare a ballare o di fare l'amore, sono state davanti alla TV a vedersi "Il Grande Fratello".
Secondo me esistono opinioni contrapposte sulla bontà della minore o maggiore estensione della fascia di sovrapposizione.

martedì 20 ottobre 2009

La Binetti e le volontà di fine vita

Su Repubblica.it la Binetti sostiene che voterà il testo sulle volontà di fine vita approvato al Senato.
Ognuno ha le sue opinioni. Ma che ci fa la Binetti nel PD?
Ho idea che queste sue dichiarazioni, insieme su quelle sul disegno di legge sull'omofobia, siano fatte ad arte, per creare il cas eclatante della sua espulsione dal partito
Il che provocherebbe, forse, la spaccatura e la divisione stessa del partito.
E forse non sarà un male. Ritengo sempre migliore un'alleanza ad una coabitazione litigiosa.

lunedì 19 ottobre 2009

Corrado Augias una spia?

Quelli de Il Giornale hanno trovato un nuovo bersaglio. Non si spara ad alzo zero su Repubblica, ma su uno dei suoi collaboratori, Corrado Augias, accusato di essere una spia in terra americana al soldo dei cecoslovacchi. Chi non avesse letto l'articolo pubblicato ieri, può leggerlo qui . E' particolarmente esilarante, più comico che spy story. Ma tanto.... come dice Augias stesso nella sua risposta su Repubblica serve solo un titolo strillato ed una foto per assestare il colpo.
Tanto - dico io - ormai si leggono solo i titoli dei giornali e si guardano solo le fotografie. Come quando si era bambini.
Regressione infantile indotta dalla TV spazzatura? O assuefazione alle urla, come chi abita vicino alla strada ferrata che non sente più il passaggio del treno?
Comunque, tutta la solidarietà e la vicinaza possibile a quel galantuomo di Corrado Augias.

Lezioni di Islam a scuola?

Un esponente di primo piano di AN propone di introdurre "l'ora di Islam" nelle scuole italiane.
La Lega dice di no, il PD -ovviamente- è diviso. Normale dialettica politica.
Quello che non è normale è l'intervento della Chiesa.
"Sul tema la Chiesa si è espressa con pareri contrastanti. L'apertura mostrata dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, che già in passato aveva accarezzato l'idea di un'ora di Corano a scuola "con i debiti controlli però", si è scontrata con il pensiero del cardinale Angelo Bagnasco presdiente della Conferenza espiscopale. Mentre monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, città con forte immigrazione islamica, e presidente della Commissione Affari giuridici della Conferenza episcopale italiane, assicura che non c'è "nulla in contrario all'ora di Islam nelle scuole", il presidente dei vescovi boccia la proposta: "L'ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato, si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. Non mi pare quindi che l'ora di religione ipotizzata corrisponda a questa ragionevole e riconosciuta motivazione". (da Repubblica.it del 19 ottobre 2009).
Ritengo legittimo l'intervento della Chiesa al fine di influenzare le decisioni dei politici italiani riguardo a scelte che influivano sui dogmi cattolici; è il mestiere di ogni religione che, pur in tempi moderni, tende allo Stato confessionale.
Quello che invece non va bene è che i politici si lascino influenzare dalle richieste di oltretevere e motivino la contrarietà alla proposta facendo proprie le ragioni della Chiesa cattolica.
E stavolta, per quel che può valere, sono contrario anche io. Vorrei tanto eliminare l'ora di religione (per la quale l'attuale ministro vuol pure inserire il voto che fa media), ma non si può.
Vorrei tanto che nella scuola si insegnasse un po' più di filosofia, si spiegasse ai ragazzi le differenze e le convergenze di tutte le religioni, si dibattesse del bisogno umano di trascendenza.
Al di là della singola religione, per capire che tutte son state create dall'uomo per cercar di soddifare quel bisogno.
Sono un utopista??

mercoledì 14 ottobre 2009

La Binetti, l'omofobia, le quote rosa

Ieri la proposta di legge sull'omofobia è stata affossata.
Al di là delle sterili polemiche sulla sessuofobia, sul rispetto dei diritti umani e sull Stato razzista, le due tesi di dirritto che si sono contrapposte sono esattamente quelle delle "quote rosa" e possono così riassumersi.
1) L'articolo 3 della Costituzione afferma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge (uguaglianza formale). Esiste già l'aggravante di aver compiuto il reato per futili motivi. Affermando l'aggravante connessa all'orientamento sessuale, si dovrebbe poi prevedere un'aggravante specifica per ogni reato contro una categoria debole. Così come si sostiene che non esiste una ragione per privilegiare le donne nelle liste elettorali, in quanto si vogliono canditati/e bravi/e e non candidate donne o candidati uomini.
2) L'articolo 3 della Costituzione impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà dei cittadini (uguaglianza sostanziale). Siccome, in questo particolare momento storico sono in aumento i reati compiuti contro gli omosessuali, si prevede una aggravante specifica per contrastare, come già avvenuto per chi guida in stato di ebbrezza, questo odioso tipo di reato. Così come, partendo dal dato di fatto della scarsissima presenza femminile nel nostro Parlamento, si cerca, con le "quote rosa" di risollevare la situazione.

Sono entrambe tesi degne di rispetto. La prima volta più all'eguaglianza formale volta a non creare un "diritto speciale", la seconda volta a riequilibrare, con un diritto speciale, una situazione, di fatto squilibrata.

Quello che non riesco a capire è l'atteggiamento della Binetti. Non perchè abbia votato contro, ma per le sue giustificazioni (spero che Repubblica.it abbia capito male): "Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità, e quelle di tante altre persone, potevano essere individuate come un reato".
Accidenti, la Binetti cova idee violente sull'omosessualità??? Ecco, questo proprio non posso sopportarlo.

lunedì 12 ottobre 2009

Divieto di velo?

Occorre vietare burqa e niqab nelle scuole. Ne e' convinta Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunita', che e' decisa a parlarne con il ministro dell'interno, Roberto Maroni e con quello dell'istruzione, Mariastella Gelmini. "Sono assolutamente favorevole - ha spiegato il ministro a margine di un convegno sulla violenza sulle donne - a una legge che vieti in Italia il burqa e il niqab, simboli di sottomissione della donna e ostacolo a una vera politica di integrazione. Non in quanto simboli religiosi, come, per esempio, il velo, bensi' per le storie che nascondono, storie di donne cui vengono negati diritti fondamentali come l'istruzione o la possibilita' di lavorare, storie di violenza e di sopraffazione". "Di questo - annuncia Carfagna - parlero' anche con i colleghi Roberto Maroni e Mariastella Gelmini. Perche', per esempio, vietare burqa e niqab nelle scuole, luogo primario di integrazione ed emancipazione, puo' essere un segnale importante".
Secondo me, questo è un enorme errore. L'hanno già fatto i francesi e se ne sono pentiti.
Nessuno può dire che burqa, niqab, hijab o il semplice velo sono "negazione di diritti fondamentali". Lo sono solo se imposti.
Ritengo che non si possa dire che nella scuola non debbano entrare simboli che abbiano a che fare con la religione.
Gli alunni non sono portatori di laicità. Vengono per apprendere anche la laicità. Sono portatori di usanze, obblighi morali, doveri appresi in famiglia. Molti portano il velo per tradizione e per non recare offesa ai genitori.
Il divieto di simboli anche astrattamente riferiti alla religione DEVE sussistere, invece, per gli insegnanti, per gli arredi, per il personale non docente. Siamo, spero, un Paese laico con una scuola pubblica laica. Gli insegnanti devono esser portatori di uno spirito laico. Gli insegnanti devono far comprendere agli studenti che portare il velo, il niqab, la kippah, o la croce al collo è una scelta libera e non una costrizione. Sta solo alla loro volontà se indossarlo o meno.
Se questo messaggio passa, avremo compiuto un grosso passo avanti sulla strada dell'emancipazione. Questo sarebbe un bel segnale.

Chiesa supina e muta

Gentile Dott. Augias
ho letto la lettera sulla “Chiesa supina e muta” pubblicata ieri, domenica 11 ottobre, su La Repubblica ed il suo commento. L’argomento dell’influenza della Chiesa sulla vita pubblica mi appassiona e mi piacerebbe esporre il mio pensiero.
Sono d’accordo con il lettore che la Chiesa abbia il dovere di portare la sua testimonianza anche nella vita pubblica. E DEVE farlo proprio perché è connaturato ad una organizzazione confessionale esser totalizzante fino alla esclusione dalla comunità (scomunica) per chi, anche nello svolgimento di pubbliche funzioni, devia dalla dottrina ufficiale.
Comprendo anche il cardinal Bagnasco che cerca di influenzare le leggi e condivido il suo divieto alle donne, anche atee, ad assumere la pillola RU486. La religione (qualsiasi religione) non può ammettere che esistano spazi al di fuori di essa o persone che ad essa non appartengono; al massimo le considera pecorelle smarrite che, prima o poi, torneranno all’ovile. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l’attuale pontefice sostenne che non si può parlare di “dialogo interreligioso” in quanto la Chiesa non può ammettere di trattare alla pari con “altre” religioni, perché sarebbe come ammetterne la esistenza e la validità.
Lo Stato confessionale è la naturale e logica aspirazione della Chiesa cattolica, come dell’Islam, come di qualsiasi altre religione, vedi anche la fortissima influenza che i monasteri buddisti hanno su tutta la vita dei villaggi nei quali sorgono.
La Stato laico è una invenzione recente e l’affrancazione dell’uomo dai [presunti] dettami della divinità è stata sempre avversata dalla Chiesa che vede messa in dubbio la sua funzione di esclusiva interprete del volere della divinità.
L’Italia, secondo le leggi che si è data, dovrebbe essere uno Stato laico, ossia indipendente da ordini che arrivano da [presunti] interpreti di volontà divine. Non, quindi, le manovre di Bagnasco per influenzare le leggi sono da condannare, perché fa il suo dovere. Son da condannare i nostri parlamentari e governanti che si fanno influenzare. Essi sono stati eletti in uno Stato laico e hanno giurato sulla costituzione e non sulla Bibbia o sul Vangelo.
Sono essi che dovrebbero sapere e conoscere che non tutti gli italiani vogliono esser governati dai precetti cattolici.
Sono essi che dovrebbero rispondere alle richieste d’oltre tevere come risponderebbero alle richieste di un qualsiasi altro capo di altra religione.
Sono essi che spesso, per compiacere il Vaticano, diventano più realisti del re.
Ed è colpa nostra che li abbiamo votati.
La ringrazio per l’attenzione.

venerdì 9 ottobre 2009

Auguri a Barak Obama

Barak Obama insignito del Nobel per la pace.
La sua elezione ha suscitato grandi speranze nel mondo. Strano, però, che la nazione più presente nei teatri di guerra del pianeta abbia ben 4 Premi nobel per la pace fra i suoi 44 Presidenti, più 1 fra i vicepresidenti e uno fra i Segretari di Stato (Kissinger)
Obama è il terzo esponente di spicco del partito democratico americano a vincere il Nobel per la pace dopo l'ex vicepresidente Al Gore nel 2007 e Jimmy Carter nel 2002. Obama è inoltre il quarto presidente Usa (il terzo in carica) insignito del Nobel. Prima di lui lo ottennero Theodore Roosevelt (l'unico repubblicano) nel 1906, Woodrow Wilson nel 1919 e Jimmy Carter che lo ottenne nel 2002, a 22 anni dalla fine del suo mandato alla Casa Bianca, più Al Gore nel 2007.
Forse, più che per meriti acquisiti, viste le difficoltà che sta incontrando con il bel progetto della riforma sanitaria negli U.S.A., il buon Obama aveva bisogno di un aiutino.....

giovedì 8 ottobre 2009

Berlusconi e Napolitano

Difficile riuscire a capire veramente l'iperscrutabile linguaggio dei giudici.

Ma non riesco a capire una cosa. I giornali e le agenzie sono piene degli sfoghi di Berlusconi. Certo, per lui, la sentenza della Corte Costituzionale di ieri non è certo stato un regalo piacevole. E, quando una persona è arrabbiata, spesso gli sfuggono frasi a dir poco sorprendenti.

Il nostro Presidente del Consiglio se l’è presa, fra gli altri, anche con il Capo dello Stato, fino all’altro giorno lodato per la sua imparzialità anche per aver firmato il cd. scudo fiscale, accusandolo di non aver esercitato la sua influenza per convincere la Corte Costituzionale, composta di giudici di sinistra come lui, a giudicare conforme al nostro ordinamento il Lodo Alfano.

Posso capire che la sentenza di ieri, non ancora depositata e aspetto di leggerla prima di commentarla sia – almeno per quanto se ne sa – un po’ diversa, nelle motivazioni da quella che, nel 2004, dichiarò incostituzionale il lodo Schifani

Infatti, in quella, come rilevato dallo stesso titolare del Quirinale, non veniva rilevata la necessità di una legge costituzionale, a meno che l’inciso “restano assorbiti gli altri motivi di illegittimità” usato dalla Corte nel 2004 non volesse includere anche la violazione dell’art. 138 Costituzione e sulla necessità di una legge costituzionale.

Però... però, cosa centra il Capo dello Stato? Ma veramente Berlusconi pensa che il nostro Presidente della Repubblica poteva compiere un gesto simile in palese violazione della distinzione ed indipendenza dei poteri? Mi sa che c’è dell’altro.

E anche l’affermazione, stamattina, che tutta la Corte è di sinistra e che anche Napolitano non è imparziale avendo nominato ultimamente un chiaro esponente della sinistra come giudice Costituzionale, mi lascia perplesso. Mi sono andato a vedere le agenzie del febbraio scorso, quando Napolitano nominò il Prof. Paolo Grossi, di area cattolica, alla Suprema Corte e non ho letto giudizi negativi del Governo su Grossi, anzi – si era nel clima infocato del Caso Englaro e del diniego di firma di Napolitano sul decreto ad personam del Governo – Berlusconi controfirmò subito l’atto di nomina con parole lusinghiere per il nuovo giudice. Ho paura, invece, che Berlusconi tema proprio la riconosciuta imparzialità di Napolitano, riconosciuta ampiamente anche nei settori politici che non contribuirono alla sua elezione.

Un Presidente di parte sarebbe molto facilmente attaccabile e messo all'angolo, ridotto a fare il notaio degli atti di un Governo che possiede in Parlamento una amplissima maggioranza.

Un Presidente imparziale e garante delle istituzioni, la cui popolarità ache fra gli elettori del Centro destra è in continuo aumento, è un grosso ostacolo per l'idea che l'Attuale Capo di governo si è fatta per il futuro italiano.

Secondo me è questo il motivo degli attacchi scomposti e poco comprensibili e delle ridicole giustificazioni addotte, tipo quella che l’Italia è diventata ormai una Repubblica Presidenziale perchè gli italiani conoscevano le pendenze giudiziarie di Berlusconi e lo hanno votato lo stesso.

mercoledì 7 ottobre 2009

Lodo Alfano e le chiacchiere

Ma quante chiacchiere sto sentendo alla TV. Tutte politiche, ovviamente.
Hanno tirato in ballo anche l'attuale titolare del Quirinale che, secondo i vari schieramenti DEVE o NON DEVE firmare.
Ma quanti si sono letti la Costituzione, il lodo Schifani il lodo Alfano, la sentenza della Corte sul lodo Schifani, le motivazioni della non firma del Decreto Englaro?
Io mi sto studiando le carte. Poi, se ci capisco qualcosa, esprimerò una opinione.
Qualche link utile
"lodo Schifani"
Lodo Alfano
motivazioni sulla firma del Presidente della Repubblica sul "Lodo Alfano"
Sentenza sul lodo Schifani
Motivazioni della non firma del Capo dello Stato sul "decreto Englaro"

mercoledì 23 settembre 2009

Influenza

I giornali di oggi sono pieni di notizie sulla terza vittima in Italia dell'influenza H1N1.
Il bollettino quotidiano dell'Unione europea sull'andamento del virus, aggiornato ad oggii 23 settembre 2009 alle ore 9.00, consultabile qui riporta invece che le vittime in italia sono solo una e che i casi conclamati sono 2384.
Chi mente?
O forse come per la temperatura, abbiamo casi di morti "percepite"???

domenica 23 agosto 2009

La fame di notizie da pubblicare...

...spesso fa qualche scherzo.
ieri e oggi Repubblica.it pubblica la notizia di uno studio dell'Istituto Max Planck di Biologia cibernetica di Tubinga, in Germania che hanno dimostrato attraverso prove empiriche che l'uomo tende a camminare in circolo quando perde una strada conosciuta. Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Current Biology, ha analizzato la traiettoria di persone che hanno camminato per ore nel deserto del Sahara, nella parte settentrionale della Tunisia, e nella zona forestale di Bienwald, in Germania. Lo strumento utilizzato per monitorare il percorso dei volontari è stato il sistema di posizionamento globale GPS. La causa è che una delle gambe è spesso più forte dell'altra e tende a compie ogni volta un passo maggiore. A lungo andare e senza punti di riferimento, il passo più lungo, sia quello destro , sia quell sinistro, tende a far divenire circolare una trattoria di cammino che si sarebbe voluta diritta.
Onori agli scienziati, onore ai volontari che si sono sottoposti alle prove, onori al giornalista che ha riportato la notizia.
Peccato che nessuno di essi ha, evidentemente visto il film di Robert Aldrich del 1966 "Il volo della fenice" nel quale uno James Stewart in gran forma, dissuade gli altri superstiti di un atterraggio di fortuna nel deserto ad allontanarsi in cerca di soccorsi proprio con quanto gli scienziati tedeschi hanno "scoperto" solo ora: senza punti di riferimento si tende a girare in tondo.
Succede.....

sabato 25 luglio 2009

L'influenza A, la Repubblica ed una esercitazione

Non ci crederete, ma la Republica mi ha risposto.
Poche ore dopo il mio post, mi è arrivata una gentilissima e-mail con le ragioni del quotidiano.
Visto che sta per esser approvata una legge che ci obbliga a pubblicare le smentite senza commento (ma non obbliga gli amici a non commentare il blog di rettifica), chiedo scusa a Repubblica e e mi esercito a pubblicare integralmente la risposta:
"Ecco le fonti sul dossier dell'influenza, non sono proprio "sconosciute"...
in basso ho messo i link per controllare
1 - Centers for disease control, l'organismo che negli Usa sta seguendo la pandemia: conferma che i sintomi gastrointestinali sono tipici della nuova influenza:
What are the signs and symptoms of this virus in people?
The symptoms of novel H1N1 flu virus in people are similar to the symptoms of seasonal flu and include fever, cough, sore throat, runny or stuffy nose, body aches, headache, chills and fatigue. A significant number of people who have been infected with this virus also have reported diarrhea and vomiting. Also, like seasonal flu, severe illnesses and death has occurred as a result of illness associated with this virus. (http://www.cdc.gov/h1n1flu/qa.htm#b )

2 - European centers for disease control, l'equivalente europeo: spiega che i sintomi gastrointestinali distinguono la nuova influenza da quella invernale:
Q3. What are the symptoms of influenza A(H1N1)v?
Symptoms of influenza A(H1N1) in humans are usually similar to regular human seasonal influenza symptoms:
• Fever
• Respiratory symptoms such as cough or runny nose
• Sore throat
Possibly other symptoms such as
– Body aches (particularly muscle pain)
– Headache
– Chills
– Fatigue
Vomiting or diarrhoea (not typical for influenza but reported by some of the recent cases of the new influenza).
In some cases, severe complications could occur even in normally healthy persons who become infected with the virus.
http://www.ecdc.europa.eu/en/Health%5Ftopics/novel%5Finfluenza%5Fvirus/2009%5FOutbreak/"

L'influenza e i giornali

Gentile Direttore di "la Repubblica",
Nel numero odierno del quotidiano da lei diretto è pubblicato un "dossier" sulla influenza A. Nella parte relativa ai sintomi è testualmente riportato: "Rispetto ai sintomi normali dell'influenza (spossatezza, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi, mal di testa) l'influenza pandemica [?] si presenta con forti disturbi all'apparato gastrointestinale".
Evidentemente il suo giornalista possiede fonti sconosciute ai più.
Anche l'OMS ignora che l'influenza A, a differenza delle normali influenze, porti di per sè forti disturbi gastrointestinali. Come vede qui sotto:

http://www.who.int/csr/disease/swineflu/frequently_asked_questions/what/en/index.html

How do I know if I have influenza A(H1N1)?

You will not be able to tell the difference between seasonal flu and influenza A(H1N1) without medical help. Typical symptoms to watch for are similar to seasonal viruses and include fever, cough, headache, body aches, sore throat and runny nose. Only your medical practitioner and local health authority can confirm a case of influenza A(H1N1).


Andando, poi alla sezione dei sintomi, sempre l'OMS afferma:

http://www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_situation_20090724/en/index.html

What are the signs and symptoms of infection?

Signs of influenza A(H1N1) are flu-like, including fever, cough, headache, muscle and joint pain, sore throat and runny nose, and sometimes vomiting and diarrhoea.


Quindi "talvolta" l'influenza A porta vomito e diarrea.

Vede, Direttore, la libertà di stampa è fondamentale, ma fra la frase dell'articolo "a differenza dell'influenza stagionale.... forti disturbi" e il "talvolta" dell'OMS passa una bella differenza, quasi un procurato allarme. Si immagina quante persone correranno in ospedale per un mal di pancia?

Per favore, cerchiamo di evitare gli inutili allarmismi. Lo sa che in Italia (soli 39 casi e zero morti) nelle farmacie il tamiflu è introvabile? Per favore, ci pensi due volte quando autorizza un titolo come quello di oggi "L'OMS: l'influenza contagerà il pianeta"

martedì 21 luglio 2009

Obbligo di rettifica nei blog

Ho paura che, nonostante il silenzio del 14 luglio, fra un po' anche ai blog si applicherà l'articolo 8 della legge sulla stampa. Saremo obbligati a pubblicare le smentite e rettifiche richieste.
Purtroppo bisogna accettare la realtà.
Anzi, superarla.
Per parte mia, faccio le mie scuse preventive a chi si sentirà offeso dai miei post e, anzi, le faccio in video e audio. Per favore, perdonatemi per quello che scrivo, non è colpa mia
.
.

domenica 19 luglio 2009

Brunetta, Sacconi e le pensioni

Ci risiamo. Quando, tanti anni fa, entrai nella grande famiglia degli impiegati statali, questi potevano andare in pensione con una anzianità di 19 anni, sei mesi e un giorno di anzianità contributiva.
Oggi è diverso. Con il groviglio di età anagrafica, anzianità contributiva e di "finestre" l'età per poter godere di una pensione si sposta di molto in avanti. Puo' esser giusto. Se una volta - vedi l'incipit di "lo smemorato di Collegno" a 40 anni si era anziani, oggi l'aspettativa di vita attiva si è di molto allungata. Pagare contributi per 35/40 anni e avere la pensione per altri 30 puo' esser molto gravoso per le casse dello Stato. Ed ecco che viene annuciato che di qui a qualche anno la possibilità di chiedere il collocamento a riposa potrà slittare in avanti secondo l'aspettativa di vita. Ragionamento coerente.
Ma nello stesso Governo, specialmente per il settore pubblico, c'è un atteggiamento contrario.
I dipendenti pubblici con 40 anni di servizio, e, ora di contributi, possono a discrezione delle Amministrazioni esser messi a riposo indipendentemente dall'età anagrafica.
E non è tutto. Con il consenso dell'Amministrazione, i dipendenti pubblici con 35 anni di contributi possono chiedere di esser messi a riposo percependo il 50% della pensione (il 70% se prestano attività di volontariato) ma con la certezza che, dopo altri 5 anni, potranno percepire il 100% del trattamento pensionistico.
Ma allora, mettetevi d'accordo. Si deve andare in pensione più tardi per far risparmiare lo Stato o più presto per creare nuovi posti di lavoro?

sabato 18 luglio 2009

sostenitori di Bersani e di Franceschini

Ho letto questo post di Francesco Costa sulla "convergenza di vedute" fra i sostenitori di Franceschini e quelli di Bersani.
Da non credere.........

venerdì 17 luglio 2009

La Casta (non Letizia, nè la Susanna)

Si è sempre detto che esser eletto (ora, nominato) parlamentare é un bel colpo che ti svolta la vita anche quando il mandato finisce. Vedi ad esempio la pensione garantita la cui data di inizio non fugge in avanti con scalini, scaloni, finestre ed, ora, aspettativa di vita.
Ma la Casta è sempre la Casta. Trasversale ed ingorda. Ora gli ex-parlamentari protestano perché, poverini, gli tolgono qualche piccolo privilegio.
Mi viene la nausea a commentare, ma questa è l'Italia, altro che repubblica delle banane.
Potete leggere meglio e più diffusamente qui
Saverio

mercoledì 15 luglio 2009

Mediterraneo

Aiuto!!!
Ho appena (ri)visto Mediterraneo.
Che voglia di scappare.
Non so se si sta bene in Italia.
Almeno non potranno dire che sono loro complice.

martedì 14 luglio 2009

14 luglio e la bastiglia

Oggi i blogger hanno dichiarato un giorno di silenzio per protestare contro il Disegno di legge che potrebbe limitare la libertà di espressione.
Oggi è il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia. Una data di libertà.
E in questo giorno non posso tacere.

lunedì 13 luglio 2009

Rodotà e il dovere della chiarezza

Stefano Rodotà è una delle menti più lucide del panorama politico italiano:
bello il suo articolo che trovate qui:

E lancia anche una nota di speranza:
"E' così emersa, inaspettatamente, la forza d'una opinione pubblica che si pensava ormai indifferente o addirittura dissolta, incapace di avere reazioni politicamente significative"

Beppe Grillo e il PD

Sto leggendo i commenti all'intenzione di Grillo di candidarsi.
Si va dal pacato entusiasmo alla richiesta di impedirne l'iscrizione al PD.
Penso che già domani dirà che è stata una provocazione. Difficilmente Grillo si sottoporrà ad una conta.
Ma anche se fosse vero? Impedirgli l'iscrizione mi sembra ancora peggio e ridicolo.
Si va ad una conta e dopo ognuno saprà quanto vale.
So che ciò fa paura ai Signori delle Tessere, quelli che già se ne sono accaparrate decine di migliaia.
Ma il "peso" si vedrà alle primarie.
Come Beppe, personalmente preferisco Englaro.
Io voterò per Marino, voi liberi di scegliere.

domenica 12 luglio 2009

Ancora su Marino e la questione morale

Mi ha stupito la quantità di critiche che si è abbattuta su Marino dopo il suo intervento in favore di una maggiore attenzione sulla scelta dei coordinatori dei circoli PD.
In effetti una critica spropositata su una affermazione di indubbio buon senso.
Tutti, prorio tutti i maggiorenti del PD che sparano ad alzo zero? Mi par strano.
Ho paura che dietro ci sia ben altro.
Vi ricordate non più di na settimana fa l'intervista a Repubblica dell'unica vincitrice del PD alle ultime europee, la Serracchiani?
Ad un certo punto la Serracchiani definì "simpatico" Franceschini. Apriti cielo. Tutto il big del PD a sparare a zero contro la povera Debora, l'unica winner del partito. Dava fastidio, è chiaro.
La Serracchiani ha capito e subito è rientrata nei ranghi, conformandosi al partito e sostenendo uno dei candidati da questo scelto.
Ho paura, ripeto, che questo spiegar di forze contro una dichiarazione di Marino abbia lo stesso scopo. "Attenzione, hai varcato i limiti dell'ortodossia. Stai attento che possiamo distruggerti quando vogliamo".
Ripeto:
  1. L'affermazione di Marino su una maggior attenzione alla scelta di chi deve guidare altre persone nei corcoli mi trova pienamente d'accordo.
  2. l'attacco a Marino mi sembra pretestuoso e volto solo ad intimidirlo
  3. per me è l'ultima chance. Se vince il partito apparato non vado più a votare. Appena posso emigro.

sabato 11 luglio 2009

Marino e la questione morale

Leggo sul web che Marino si è domandato se sia meglio procedere con più attenzione alla scelta dei coordinatori dei circoli, visto che la persona sopettata di essere il violentatore seriale di Roma - coordinatorde di circolo PD - era già stato condannato per tentata violenza sessuale.
Apriti cielo, critiche pesanti dalla Bindi a Franceschini ed anche in blog favorevoli a Marino!.
Non mi sembra che una maggiore attenzione nella scelta di chi ha il compito di guidare politicamente altre persone guasti e condivido la scelta di Marino di chiedere un certificato penale a chi si unisce a lui.
Fareste voi andare vostra figlia a riunioni condotte da uno che è stato condannato per tentata violenza sessuale?

Mi fanno paura i cacciatori di tessere.

venerdì 10 luglio 2009

Colf e badanti, ma non solo

Se io fossi uno straniero in cerca di lavoro in Italia, voterei Lega.
Sì, perché, ad onta dei fieri proclami antiimmigrati, la Lega, e soprattutto Maroni, sono gli artefici delle più ampie sanatorie italiane.
Dopo aver criticato assai qualla di Prodi del 1998, la Lega, dopo l'approvazione della cd. Bossi-Fini, promosse nel 2002 la più ampia sanatoria mai vista in Italia, circa 700.000 stranieri sanati (ops, emersi).
Dopo l'introduzione del reato di immigrazione clandestina e di permanenza clandestina, alla Lega si son resi conto di non poter iniziare 500.000 nuovi processi (a tale cifra sono stimati gli irregolari) visto che il nuovo reato, ancorchè irretroattivo, colpisce tutti coloro che permangono irregolarmente sul territorio italiano, quindi, da domani, TUTTI.
Ops, e come si fa con le aziende che dovranno rinunciare agli stranieri clandestini che non possono protestare per la paga che va e che viene?
Allora, soccorre l'anima cattolica ed assistenziale dello Stato.
Il Ministro del welfare, che dovrebbe garantire (ma non puo') il welfare dei tanti vecchietti italiani implora Maroni, in nome della carità cristiana, di preservare dal peccato (ops, dal reato) chi amorevolmente si occupa, invece delle ASL, della vecchiaia dei nostri padri e/o dei nostri nonni.
A Maroni spunta una lacrima ed acconsente. Con 500 euro di una tantum di contributi pregressi il/la badante che diuturnamente si occupa di pannoloni ed enfisemi potrà esser messa in regola.
L'INPS gongola e stappa champagne.
Ma anche le imprese. Ad onta dei proclami che solo chi si occupa dei servizi alla persona potrà godere dei benefici della sanatoria, tutti gli immigrati potranno farlo.
Non conosco la disposizione di legge che uscirà, ma conosco molto bene quelle che l'hanno preceduta.
Ogni singolo datore di lavoro non potrà regolarizzare più di due addetti alla persona e di una colf. Quindi tre persone. Fra i responsabili di ogni azienda si rinverranno almeno 4/5 persone con un anziano a carico e con problemi di colf. Quindi, per ogni azienda 15 richieste (vedi art. 18 statuto dei lavoratori).
In Italia non è possibile costringere un lavoratore a permanere per un certo tempo in una data categoria contrattuale ed è stata prassi comune nelle sanatorie precedenti concedere sei mesi per trovarsi un nuovo datore di lavoro allo straneriero il cui richiedente fosse morto o avesse cambiato idea nelle (lunghe) more del procedimento di sanatoria.
Facciamo una scommessa.
Ci saranno circa 600.000 richieste per sanare pregresse posizioni d colf e badanti. Ad un anno dalla richiesta, di queste 600.000 persone, solo 50.000 saranno "rimaste" (sì, fra virgolette) a far le badanti. Il resto sarà in fabbrica.
Sembra assurdo, ma è necessario.
E' necessario in Uno strano Paese dove non esiste alcuna possibilità di ingresso regolare. Dove i decreti flussi sono solo un escamotage per sanare posizioni pregresse.
tarieri, votate Lega. Quando la Lega è al governo, la sanatoria è assicurata.

Ilvo Diamanti e le procedure del PD

Ilvo Diamanti, nella sua rubrica BUSSOLE su Repubblica.it fa un'analisi impietosa delle procedure che porteranno alla nomina/elezione del nuovo Segretario del PD.
La trovate qui.



Laicità? Ma guarda un po'

Ma guarda un po'?!?
Negli ultimi giorni tutti i maggiorenti del PD stanno facendo a gara a mostrarsi campioni e fautori della laicità! Fassino, Marini, Franceschini....
E' diventata di moda la laicità. O qualcuno comincia a d aver paura di Marino?

giovedì 9 luglio 2009

G8 e terremoto

Ho visto le immagini del G8.
Sono veramente felice che le popolazioni colpite dal terremoto siano ancora sotto gli occhi dei riflettori. Spero che serva per non dimenticare le 235 vittime, per non dimenticare i senza tetto e, perché no, per convogliare più finanziamenti per la ricostruzione. Location di film, monumenti distrutti adottati dai Grandi Paesi non sono cose da poco. Spero ancora che tutto questa esposizione mediatica serva per tornare alla normalità al più presto.
Rivolgo, comunque, in questo momento, un reverente pensiero alle vittime di altri terremoti che, forse, almeno da noi, hanno avuto meno notorietà:
  1. Tangshan, Cina (1976) - 255.000 morti
  2. Sumatra settentrionale (2004) - 228.000 morti
  3. Haiyuan, Cina (1920) - 200.000 morti
  4. Kanto,Giappone (1923) - 143.000 morti
  5. Ashgabat, Turkmenistan (1948) - 110.000 morti
  6. Sichuan orientale, Cina (2008) - 88.000 morti
  7. Muzzarrafad, Pakistan (2005) - 86.000 morti
  8. Messina, Italia (1908) - 72.000 morti
  9. Chimbote, Perù (1970) - 70.000 morti
  10. Reggio Calabria, Italia (1908) - 48.000 morti
  11. Iran occidentale (1990) - 45.000 morti
  12. Gulang, Cina (1927) - 41.000 morti
  13. Avezzano, Italia (1915) - 33.000 morti
  14. Erzincan, Turchia (1939) - 33.000 morti
  15. Bam, Iran (2003) - 31.000 morti
  16. Quetta, Pakistan (1935) - 30.000 morti
  17. Chillan, Cile (1939) - 28.000 morti
  18. Spitak, Armenia (1988) - 25.000 morti
  19. Guatemala (1976) - 23.000 morti
  20. Gujarat, India (2001) - 20.000 morti
  21. Cina (1974) - 20.000 morti
  22. Kangra, India (1905) - 19.000 morti
  23. Karamursel/Golyaka, Turchia (1999) - 17.000 morti
  24. Tabas, Iran (1978) - 15.000 morti
  25. Agadir, Marocco (1960) - 15.000 morti
  26. Qazvin, Iran (1962) - 12.500 morti
  27. Qaratog, Tajikistan (1907) - 12.000 morti
  28. Khait, Tajikistan (1949) - 12.000 morti
  29. Bihar, India-Nepal (1934) - 11.000 morti
  30. Fuyun, Xinjiang (Sinkiang), Cina (1931) - 10.000 morti
  31. Tonghai, Yunnan, Cina (1970) - 10.000 morti
  32. Dasht-e Bayaz, Iran (1968) - 10.000 morti
(dati da WIkipedia)

Di Pietro e la sindrome del santo salvatore

Oggi, sulla Global Edition del New York Times, Antonio Di Pietro ha pubblicato una intera pagina a pagamento per "urlare" alla comunità internazionale lo scandalo del lodo Alfano.
Ancora un attacco della sindrome del santo salvatore. Aiuto, Aiuto, veniteci a salvare. Come se i potenti del mondo si dessero pena di ristabilire la democrazia in un altro Paese. Dopo tutto quello che c' è stato in Iran, dal G8 è uscita solo la parola "deplorazione".
Anche il grande Obama, prodigo di elogi, nella sua visita al Quirinale, alla "integrità" di Napolitano, ha smentito con forza le accuse mosse alla leadership italiana del G8.
Come noi, del resto. A parole deploriamo la mancanza di dirtti umani in Cina, ma abbiam fatto la coda a firmare contratti con gli industriali al seguito del leader cinese.
E' inutile aspettare aiuti dall'esterno. Non si tratta di lavare i panni sporchi in famiglia, ma di prendere atto dell'inutilità di certe azioni che, anzi, mostrano tutta la debolezza di chi le intraprende.
Se un Governo non ci piace, l'unica strada è la mobilitazione interna e sconfiggerlo alle elezioni.
Significa anche armarsi di santa pazienza e spiegare, senza slogan, agli italiani usi solo a filtrare la realtà nazionale con la TV, quello che succede realmente.
Tanto Obama, Sarkozy e la Merkel non votano in Italia.

mercoledì 8 luglio 2009

Un soffio di internazionalità

Ho appena ascoltato le dichiarazione del Presidente Napolitano e del Presidente Obama rese alla stampa al Quirinale.
Quello che mi ha stupito sono state le parole di sincera ammirazione di Obama per il nostro Presidente.
Ascoltate in inglese, senza traduzione, le lodi di Obama sono apparse sincere e sentite. "Sapevo - ha detto - del grandissimo consenso che riscuote il Presidente Napolitano fra gli italiani per la sua statura politica, per la sua cultura, per la sua storia. Dopo l'incontro posso confermare non solo quanto ciò sia vero, ma va oltre ogni mia immaginazione".
Ma c'è di più. Oltre a quelli consueti sulla cultura, sullo spirito, sulla levatura morale, Obama ha usato due volte una parola non molto consueta in diplomazia per descrivere un leader politico: integrity (dal Ragazzini: integrità morale, onestà)
Ce ne è bisogno in Italia.
il testo del discorso di Obama è qui: http://www.whitehouse.gov/the_press_office/REMARKS-BY-PRESIDENT-OBAMA-AND-PRESIDENT-NAPOLITANO-OF-ITALY-AFTER-BILATERAL-MEETING/

martedì 7 luglio 2009

Sogno o son desto?

Che guaio la politica. Una volta era tutto più semplice. C'era la destra fascista, il centro democristiano con i suoi cespuglietti, il Partito Comunista dei grandi ideali e dal ferreo apparato, il Partito Socialista che italianamente ondeggiava dall'uno all'altro.
La destra era fuori, il PCI un passettino dentro, la DC governava tramite la Segreteria. Il Governo non aveva un grande ruolo, tranne il cd. sottogoverno, anzi se c'era qualche discussione sui "turni" da ministro, si faceva un governo balneare e si andava in vacanza. Il Quirinale, allora, era abbastanza organico al governo e faceva poche storie.
Il quadro , fortunatamente, è cambiato. Abbiamo due schieramenti, anche se compositi, che si alternano al governo e il Quirinale è arbitro imparziale.
Ma.... ma c'è qualcosa che non va.
Una volta esistevano le idee. Attorno a queste idee i partiti raccoglievano il consenso degli elettori (sì, c'erano altri metodi, ma lasciamo perdere le patologie).
Oggi è diverso. Viene prima il consenso e poi, questo consenso serve ad imporre le proprie idee.
Ma come raccogliere il consenso?
Pachi di pasta? Promesse di lavoro? una scarpa destra ora e la sinistra ad elezione avvenuta?
No. Ci vuole qualcosa che raggiunga tutti e la parte emozionale di ognuno.
Ci vuole un sogno! "I've a dream!" disse un tizio tanti anni fa che conquistò le masse.
Purtroppo i ragionamenti non vanno più. La gente non vuol fare la fatica di pensare. Vuole sognare.
Se si guarda al panorama politico italiano i vincitori sono quelli che hanno promesso sogni, anche senza realizzarne neppure uno, basta che il sogno sia talmente generico da non poter essere esattamente definito e continuabile a sognare anche in presenza di evidenti segni contrari.
Berlusconi aveva promesso ricchezza per tutti e meno tasse per tutti. Nisba, sogni non realizzati, ma gli italiani ci credono ancora, pure i pensionati ed il reddito fisso, quelli che evadere non possono.
La Lega aveva promesso il federalismo e sicurezza. Nisba, sogni non realizzati. Il federalismo fiscale è uno scatolone vuoto, pieno di buoni principi, che potrebbe esser riempito di tutto e del contrario di tutto. IL Disegno di legge Sicurezza, più che sicurezza produrrà burocrazia e non è altro che un pugno sul tavolo, che fa il botto , ma non fa danni. Eppure, nonostante il quotidiano stupro e la quotidiana rissa, la gente sogna ancora.
Di Pietro aveva promesso moralità e difesa dei valori. A parte la non chiara gestione dele carte valori all'interno della sua stessa casa e i suoi reiterati attacchi al Presidente della Repubblica, non molto ha realizzato tranne il famoso detto di Bartali "E' tutto sbagliato, è tutto da rifare". Eppure ha raddoppiato i voti.
Il PD si arrovella per togliere il velo davanti agli occhi degli italiani, si arrabatta con cifre e tabelle per dimostrare che le promesse fatte dal PDL non potranno essere mantenute. Non tira fuori una cifra che non possa esser dimostrata e perde. Perde rovinosamente.
D'altra parte i sogni premiano anche dall'altra parte dell'oceano. Mai e poi mai un afroamericano negli States avrebbe potuto vincere se non promettendo un sogno. "I've a dream!" ha detto lo scorso anno e ha conquistato le masse. Appunto.
Non è bello. Lo so, non è per niente bello, per chi è abituato a lavorare sulle proprie idee e cercare di spiegare che, anche se alcuni immigrati delinquono, spesso sono obbligati a farlo dal complicatissimo obbrobbrio di leggi in materia. oppure illustrare agli elettori la curva del PIL che si vorrebbe incrociare con la curva delle aliquote.
Purtroppo la maggioranza degli elettori preferisce sognare altre curve e non sentirsi reponsabili dei pasticci normativi del parlamento.
Chi si vuol cimentare al governo del Paese (o dell'opposizione) dovrà fare i conti con quanto sopra.
Non dico che dovrà lanciare uno spot, ma un sogno sì. Un sogno che unisca e leghi insieme la gente.

lunedì 6 luglio 2009

Ancora sulla sindrome del Santo Salvatore

E' di questi giorni la notizia che "nuove scosse" minacciano il Governo. Sfiducia al Parlamento? Aumento del deficit? Leggi sbagliate? No! Nientepopodimeno che nuove foto "pruriginose" sui divertimenti intimi del nostro primo ministro.
Ma possibile mai che l'opposizione deve ricorrere a questi mezzi? Sperare in un fatto esterno, in una buccia di banana? In un santo che ti viene a salvare?
Queste sono le conseguenze di una politica dettata solo dall'essere contro.
Spero che chi si appresta a correre per divenire il leader del maggior partito di opposizione ne tenga conto.

sabato 4 luglio 2009

ancora sul PD

Stasera sono stato alla presentazione della candidatura di Ignazio Marino alla guida del Pd.
beh, finalmente qualcuno che non usa il condizionale. Che dice che la posizione di un Partito deve esser discussa, anche pesantemente al uso interno, con la base, e poi difesa fino in fondo, unitariamente.
Non è differenza da poco, visti i precedenti dove la posizione del PD su un dato argomento era molto simile alla posizione del Unione Europea in politica estera.
Mi piace.
In bocca al lupo

venerdì 3 luglio 2009

No, quei due ho paura che non vanno!

Non ho proprio nulla contro Franceschini e Bersani. Sono due ottime persone ed entrambi potrebbero ben incarnare il leader di un partito di centro-sinistra, con o senza trattino. Riconosco loro onestà intellettuale e bontà dei loro programmi.
Peccato che rappresentino esattamente ciò che ha portato il PD ad una percentuale risibile di consenso ed alla fuga degli elettori e dei simpatizzanti.
Purtroppo il PD soffre il peccato originale di essere un fritto misto non amalgamato. Su ogni argomento, su ogni decisione, bisogna pesare le parole come e più del manuale Cencelli. Mai una posizione chiara. Vedi la questione del testamento biologico, dei pacs, del referendum del mese scorso. Nelle dichiarazioni dei leader del PD mai che si trovasse un sì o un no. Sempre un forse.
Per questo ho paura che i pur bravi Franceschini e Bersani non possano tirar su il Partito.
Ci vuole una persona che non faccia parte del partito-apparato. Che abbia il coraggio delle proprie idee. Faccio un esempio: qualcuno che ci liberi dall'ossessione del residuo potere temporale della Chiesa (vedi libri di Augias) che nulla ha a che vedere con la religione. Qualcuno che ci dica che i vescovi cattolici tedeschi distibuiscono dei modelli per il testamento di fine vita con disposizioni che riguardano anche l'obiezione all'idratazione e al nutrimento. Vescovi cattolici di Santa Romana Chiesa.
Ma questo qualcuno avrà un ostacolo in più. Quello di superare il fuoco ad alzo zero che i maggiorenti del partito-apparato gli riserveranno, come hanno già riservato alla Serracchiani.

mercoledì 1 luglio 2009

Partito ed apparato

Come volevasi dimostrare.
Appena una persona premiata dagli elettori fa una dichiarazione di scelta di campo, subito l'apparato le si rivolge contro. Per paura.
Un volto nuovo (anche se solo per i media) ottiene un plebiscito dagli elettori e, come è giusto che sia, rende alla stampa dichiarazioni (forse non proprio del tutto felici) sul percorso che intende seguire.
Subito il vecchio apparato spara a zero, prendendo a pretesto solo un'affermazione (è simpatico!) e tralasciando tutto il resto.
Poi ci vengono a dire che il PD vuole cambiare.
Quando l'apparato è così forte ed uso a confrontarsi solo con se stesso, veramente appare come i due capponi di Renzo.
Quando nel PD si renderanno conto che gli elettori votano non solo un programma, ma anche un sogno? Obama e Berlusconi sono lì per dimostrarlo.

lunedì 29 giugno 2009

Il Congresso del Partito Democratico

Si infittisce il dibattito sul prossimo congresso del Partito Democratico. Per ora i candidati sono due. Entrambe validissime persone, con senso dello Stato ed animate da ottime intenzioni. Basterà? Ho personalmente una ottima idea dei (per ora) due candidati. Basteranno le loro doti? O si porteranno dietro l'antica querelle mai sopita del partito con il dualismo degli antichi Segretari che hanno attraversato due o tre cambiamenti di nomi.
Insomma, niente di nuovo. Gli schemi rimarranno gli stessi, con le vecchie manfrine e con i vecchi compromessi.
Ho paura che l'ottimo risultato elettorale della Lega abbia insegnato poco e niente al PD.
Una idea, sola; e molta, molta coerenza, quasi una fede, senza mai scendere al compromesso.
Non so chi possa essere il candidato ideale che possa risuscitare l'idea dl PD.
Ma ci vuole una persona che abbia dalla sua la coerenza, la laicità che abbia perseguito una idea senza scendere a compromessi.
Solo così gli elettori disillusi potranno ritrovare il gusto di ributtarsi nella mischia, non contro qualcuno o contro qualcosa, ma per qualcuno e per qualcosa.
Qualcuno che abbia titoli personali e non solo all'interno del partito.
Sarà difficile trovarlo e ancora più dificile che il Partito possa farsi da parte e supportarlo.
Ma ci spero. Spero che ciò avvenga.

martedì 16 giugno 2009

La sindrome del santo salvatore

Ricordo al liceo quando il professore raccontava che in una epoca storica abbastanza gli abitanti dei vari Stati preunitari, quando il loro sovrano governava male eran soliti chiamarne un'altro da fuori anziché ribellarsi e provare ad affrancarsi autonomamente.
Mi sembra che questo atteggiamento sia rimasto nella sinistra (o centro-sinistra che dir si voglia).
Sono anni che provano a liberarsi di Berlusconi, ma sempre chiamando qualcuno in aiuto. Ora il processo Mills, ora il fotografo sardo, ora una non firma del Quirinale, ora una ragazzina di Casoria, ora la riprovazione internazionale per le gaffe compiute, ora le soubrettes sponsorizzate o la presunta conoscenza biblica con alcune ministre.
Insomma sempre e comunque la speranza di sconfiggere il Primo ministro si basa su conseguenze di suoi comportamenti negativi, mai su proposte concrete di programmi alternativi.
Sono anni che questa strategia non paga.
Ed il maggior partito di opposizione persevera, non ostante dalle ultime elezioni sia emersa chiaramente qual è la strategia vincente, vedi la Lega e l'Italia dei Valori.
Invece, invece nel PD continuano a beccarsi nomi noti e stranoti che già hanno inanellato sconfitte su sconfitte. Rassomigliano tanto ai capponi di Renzo.

venerdì 12 giugno 2009

Referendum: istruzioni per l'uso

Sui giornali leggiamo che andare a votare per il referendum è inutile perché il quorum non si raggiungerà mai e anche controproducente per gli elettori che non si riconoscono nel PDL in quanto la vittoria dei sì darebbe a quest'ultimo partito un premio di maggioranza tale da governare da solo con il 55% dei parlamentari.
Non è proprio così.
E' vero, solo un miracolo potrà portare alle urne gli oltre 25 milioni di elettori necessari al reggiungimento del quorum, ma se facciamo dell'effetto annuncio una verità, ogni referendum non avrebbe alcuna chance di passare.
Quella che è molto zoppicante, invece, è la seconda affermazione.
In caso di vittoria dei sì, il PDL si troverebbe, è vero, una legge elettorale bella e pronta in grado di regalargli una maggioranza del 55% anche senza la Lega, ma non potrà mai andare alle elezioni con questa legge (il porcellum corretto).
Il giorno dopo la proclamazione dei risultati elettorali, tutti i partiti diversi dal PDL presenterebbero una proposta di legge per modificare il porcellum corretto dal referendum. Devono farlo, sono obbligati a farlo, pena la loro riduzione a rango di minoranza stabile. A parità di voti con le politiche 2008, infatti, con il porcellum corretto dal referendum, avremmo il PDL al 55% del numeno dei parlamentari e TUTTI gli altri partiti che si divideranno il restante 45%. Il PDL non potrà bloccare la discussione del disegno di legge in quanto si troverà ad esser minoranza. Quale legge elettorale uscirà dal dibattito non è dato sapere, ma ricordando che nella scorsa legislatura l'unico accordo raggiunto fu il disaccordo totale su tutto, l'unico progetto che avrebbe qualche possibilità di successo sarebbe la rinascita del mattarellum.
Esiste anche un'altra possibilità. Subito dopo l'esito favorevole per il sì del referendum, per anticipare e/o bloccare l'approvazione di una nuova legge elettorale il PDL potrebbe, con le dimissioni del Presidente del Consiglio, provocare una crisi di governo e chiedere le elezioni anticipate, in modo da votare con il porcellum corretto.
Ricordo però cosa è successo dopo le dimissioni del Governo Prodi. Prima di sciogliere le Camere, il Quirinale diede a Marini un incarico esplorativo con lo scopo di accertare se nel Parlamento si potesse trovare una maggioranza che, almeno, approvasse una nuova legge elettorale. Allora quella maggioranza non si trovò.
Nel nuovo scenario ipotizzato di un porcellum che l'esito favorevole del referendum rende molto molto favorevole ad un solo partito e molto molto sfavorevole a tutti glia altri.... forse forse questa maggioranza, solo numerica, per modificare tale legge elettorale si potrà trovare.

lunedì 25 maggio 2009

Libia e migranti

Da giorni le prime pagine dei giornali sono riempite dalla questione immigrazione e dal pasticciaccio brutto dei migranti-naufraghi riaccompagnati a Tripoli.Siamo in (perenne) campagna elettorale ed ogni parte politica tende a sfruttare questa vicenda ai propri fini. E questo è normale, anche se si compie sulla pelle della gente. Quello che mi dà fastidio è che le dichiarazioni dei nostri politici non tengono in nessun conto il nostro diritto ed i cittadini, sentendo questo o quel politico, apprendono di avere un diritto ed una normativa sempre diversaLa confusione resta sovrana.Per mia esperienza personale e lavorativa, più che spesso mi sono occupato del fenomeno e, in tutta sincerità, sono veramente arrabbiato che problemi così dolorosi vengano usati solo per ostacolare la controparte politica e gettar fango sulle più alte istituzioni, come il Presidente della Repubblica.Siamo uno stato di diritto (ancora) e con il nostro diritto, con le nostre leggi bisogna cercare di affrontare gli eventi.Prima di tutto, in questa vicenda, si è spesso parlato a sproposito di “asilo politico” che c’entra molto poco. L’asilo politico esiste solo per l’articolo 10 della Costituzione, mai attuato (tranne che, in via giudiziaria, per Ocalan) e non più attuabile per via delle direttive europee recepite che trattano di “rifugiato” e di “protezione sussidiaria”.La differenza non è di poco conto. La tutela prevista dall’articolo 10 (impedimento dell’effettivo esercizio delle libertà democratiche riconosciute) è ben più ampia di quella riconosciuta per lo status di rifugiato (fondato motivo di esser perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a gruppo sociale o politico) o per la protezione sussidiaria (fondato timore, per stati di guerra , violenze diffuse etc, di temere per la propria vita).Anche i respingimenti non c’entrano alcunché. L’articolo 10 del T.U. immigrazione (non modificato dalla cd. Bossi-Fini) prevede che la Polizia di frontiera respinga ai valichi di frontiera gli stranieri che non hanno diritto ad entrare nel territorio nazionale. E’ vero che i respingimenti – come ha correttamente commentato Vittorio Longhi su Repubblica del 9 maggio – non si applicano nei casi di richiesta di asilo. Ma per esser disapplicata la disposizione deve riguardare un respingimento non qualcosa che un respingimento non è, in quanto manca l’elemento fondate del respingimento che è la frontiera e di qualcuno che sta per entrarvi. Anche per l’Unione europea (piano di azione rimpatri del 2003) respingimento è il “rifiuto di ingresso in uno Stato”.Neppure l’intervento della motovedetta della Guardia di Finanza che ha riportato i “migranti” a Tripoli può esser inquadrato nella lotta all’immigrazione clandestina in quanto, se così fosse, per l’articolo 12 del T.U. immigrazione, commi 9bis-9quater, introdotti proprio dalla Bossi-Fini, i migranti avrebbero dovuto esser ricondotti “in un porto dello Stato” .Quello che in acque internazionali è successo (anche se la competenza per la Convenzione di Amburgo del 1979 avrebbe dovuto essere di Malta) è una operazione di soccorso in mare (c’era stata una specifica richiesta) regolata dalla Convenzione UNCLOS entrata in vigore nel 1994 che al suo articolo 98 impone agli Stati “che il comandante di una nave che batte la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio o i passeggeri:a) presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo; b) proceda quanto più velocemente possibile al soccorso delle persone in pericolo, se viene a conoscenza del loro bisogno di aiuto, nella misura in cui ci si può ragionevolmente aspettare da lui tale iniziativa; c) presti soccorso, in caso di abbordo, all’altra nave, al suo equipaggio e ai suoi passeggeri e, quando e`possibile, comunichi all’altra nave il nome della propria e il porto presso cui essa e` immatricolata, e qual e` il porto più vicino presso cui farà scalo.”.Visto che la normativa italiana prevede che lo status di rifugiato si concede solo in frontiera o sul territorio italiano (decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25) e che la nave itlaiana in mare è territorio italiano (art. 4 codice della navigazione e art. 93 Convenzione UNCLOS) si è detto che il Comandante avrebbe dovuto accogliere le domande di protezione di voleva sottoporle e riportare indietro i richiedenti. Ipotesi di scuola, questa, ed inapplicabile. Si pensi solo cosa avrebbe comportato per la sicurezza della nave la rabbia degli esclusi. Persone che hanno affrontato il deserto, la detenzione, gli stenti si sarebbero fermati di fronte ad un gentile diniego? Quindi il comandante non poteva accogliere le domande di protezione, così come non possono accoglierle le nostre Ambasciate all’estero che pure territorio italiano sono.Si è anche sostenuto che, una volta rientrati a Tripoli, gli aventi diritto alla protezione avrebbero potuto chiederla alla Libia, ma la Libia non ha mai sottoscritto la Convenzione di Ginevra, ovvero esser posti sotto la protezione delle Nazioni Unite che avrebbero poi chiesto “all’Italia” di riprendersi gli aventi diritto alla protezione. Ma qui entriamo nell’ ambito del resettlment che presuppone non solo un impegno in prima persona delle Nazioni Unite, ma anche di più Paesi disposti all’accoglienza. E’ stato usato per sistemare i profughi provenienti dall’Afghanistan e dall’Irak, ma proprio perché la scrematura on è avvenuta in uno Stato che avrebbe dovuto poi accogliere il profugo, ci fu bisogno di un preventivo accordo fra i Paesi partecipanti sul numero di persone che ognuno avrebbe accolto. E qui i silenzi son ben più dei proclami di solidarietà.Se quel che ho scritto è vero, e non ho ragione di dubitarne, il Governo italiano, rinviando a Tripoli quelli che tecnicamente sono naufraghi non ha violato alcun diritto, né interno, né internazionale. Certo, poteva fare di più, poteva considerare Tripoli (come ha considerato Malta) “porto non sicuro per la navigazione e per l’imbarcazione” e riportate tutti indietro, ma era un di più del semplice dovere.Purtroppo il grosso guaio è costituito dall’inadeguatezza delle norme in materia.Si partì nel 1951 con la Convenzione di Ginevra che gli Stati potevano sottoscrivere con la famosa “limitazione geografica” limitando la concessione dello status di rifugiato ai richiedenti che provenivano da una ben determinata zona del mondo assegnata all’influenza sovietica nel dopo-Yalta (quello sì che era un vero e proprio asilo politico). Passando per l’eliminazione della “zona geografica” e cogliendo l’ultimo refolo del Vento di Tampere del 1999, l’Unione Europea si è data una normazione molto stringente: fra chi è perseguitato per ragioni di religione etc e chi scappa da “stati di violenza diffusa” si calcola che oltre un miliardo di persone possano legittimamente aspirare alla protezione internazionale offerta dall’Unione europea. Ben si spiega quindi la forte riluttanza a farli entrare nei propri confini. La riluttanza è tanto più forte nei Paesi meridionali dell’Unione in quanto – e pochi lo sanno – la normativa comunitaria (Regolamento di Dublino) obbliga il Primo stato di approdo del richiedente ad esaminare la sua domanda di protezione e di accoglierlo sul proprio territorio. Insomma, dove arrivano, lì rimangono. E visto che i flussi provengono da sud..... In questo il Governo ha ragione a chiedere a gran voce all’Europa di farsi carico del fenomeno dei disperati in arrivo, ma – per esperienza vissuta- gli stati nordici si girano dall’altra parte.Un’ultima cosa mi lascia alquanto sconcertato: la facilità con cui si mistificano i trattati internazionali. Si è fatto un gran parlare di “pattugliamento congiunto” italo libico sulle coste del Paese africano per evitare la partenza dei barconi di migranti.Di pattugliamento congiunto nei trattati italo libici non ce ne è traccia.Non in quello del 2000, sottoscritto da Dini, dove si da atto di generica collaborazioneNon in quello del 2007, sottoscritto da Amato, ove è specificato che il personale di polizia italiano avrà compito “di addestramento, formazione, di assistenza tecnica all’impiego e manutenzione dei mezzi” e si ridurrà di numero non appena verranno fornite le motovedette italiane alla Libia.Non in quello del 2007 sottoscritto dal Capo della polizia Manganelli ove si specifica che in nessun caso le motovedette ceduta alla Libia potranno intraprendere missioni operative con personale italiano.Non quello del 2008, sottoscritto da Berlusconi, ove il contrasto all’immigrazione occupa il solo articolo 19 in una generica riaffermazione degli accordi precedenti.Tutto il clamore suscitato è solo un grosso spot elettorale senza alcun riferimento normativo e senza neppure costrutto, visto che l’impatto migratorio con i barconi costituisce solo il 16% del flusso migratorio irregolare stimato in Italia.