mercoledì 1 dicembre 2010

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Il 15 dicembre è maledettamente vicino ed idee in giro non se ne vedono, dice oggi Massimo Giannini di Repubblica, riferendosi al dopoBerlusconi.
Per quel che vale il mio parere condivido in pieno le idee del giornalista, ma mi sta venendo in mente uno scenario diverso dettato un po' dagli scenari finanziari.
Se siamo molto, ma molto fortunati dalla continua bufera ne usciremo con una manovra lacrime e sangue, tipo quella di Amato nel 1992.
Ma qual nuova maggioranza si prenderebbe in mano questa patata bollente?
Allora, forse, si potrebbe procedere così.
Il Governo NON ha  più una maggioranza. I cd. peones hanno tutto l'interesse a non fa finire la legislatura.
Il 14 dicembre vengono presentate alla Camera due mozioni di sfiducia, una da FLI-UDC-API, una da PD-IDV e altri.
Ogni sottoscrittore della mozione vota solo la sua. Nessuna mozione viene approvata, anche se il totale dei voti di sfiducia supera la maggioranza dei deputati.
Il Governo, debole, resta in piedi, ostaggio dell'opposizione divenuta maggioranza-ombra. In cambio della persistenza dello "scudo" o della sua salvaguardia penale, Berlusconi-Primo ministro sarà costretto ad una impopolare manovra economica restando in carica fino al 2013, quando, messa una pezza ai conti pubblici, si riapriranno i giochi.

Forse è fantapolica.
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