venerdì 5 marzo 2010

Elezioni regionali e decreti legge

Leggo sui giornali di (fantasiose) ipotesi di provvedimenti legislativi per riammettere le liste della Polverini nel Lazio e di Formigoni in Lombardia. Leggo di incontri notturni fra Berlusconi e Napolitano. Leggo di stop del Presidente della Repubblica all'idea di un decreto.
Purtroppo non leggo le motivazioni. Perchè un decreto? Perchè no?
La politica ha le sue ragioni e una competizione elettorale senza una lista che rappresenta quasi metà dell'elettorato risulta falsata anche se l'esclusione è avvenuta per la dabbenaggine ed il pressapochismo dei partiti esclusi.
Ma, almeno per ora, l'Italia è uno Stato di diritto e le leggi, ossia le regole del gioco, hanno un certo valore.
Quindi mi sono andato a spulciare i codici, la Costituzione e le leggi e mi sono convinto che il Governo non può emanare un decreto legge per riammettere la lista Polverini, mentre potrebbe farlo per quella Formigoni.
Il perchè è abbastanza semplice.
La modifica costituzionale del 2001 ha messo le Regioni sullo stesso piano dello Stato ed ha assegnato ad esse il potere di legiferare sulle elezioni regionali.
La legge costituzionale 22 novembre 1991, n. 1 e la legge 5 giugno 2003, 131 (art. 10, comma 2, lett.f.) dispongono che i comizi elettorali sono convocati dal Rappresentante dello Stato nella Regione (il Prefetto) fino a quando le Regioni non abbiano disposto diversamente.
La Lombardia NON lo ha fatto, quindi le elezioni sono state convocate dal Prefetto di Milano il 2 febbraio 2010.
La Regione Lazio, invece, con legge regionale n. 2 del 2005 ha provveduto a disciplinare le elezioni regionali, tanto è vero che le prossime elezioi del 28 marzo sono state convocate dal Presidente reggente della Regione Lazio il 26 gennaio 2010.
Quindi, se il Governo, al limite e con tutte le ricadute sulle regole del gioco, può differire le elezioni in Lombardia, non può farlo nel Lazio, in quanto non ne ha il potere passato agli organi Regionali. Un differimento nel Lazio potrebbe esser disposto solo dal Consiglio Regionale.
Per farlo ci vorrebbe una legge costituzionale, ossia di pari valore a quella che ha trasferito tale potere alla Regione.
Una scappatoia potrebbe essere non il rinvio delle elezioni, bensì prevedere una maggiore "elasticità" delle procedure di presentazione delle liste.
La cosa è possibile, con un decreto legge, anche nel Lazio in quanto la legge regionale n. 2 del 2005 "recepisce" (ma sarebbe più corretto dire "rinvia") alla legge nazionale 17 febbraio 1968 n. 108 per le modalità di presentazione delle liste.
Certo, bisogna vedere cosa si inventano per "sanare" una lista MAI presentata, come quella del PDL nel lazio....

1 commento:

Pennellina ha detto...

Saverio
hanno inventato ;-)