lunedì 12 ottobre 2009

Chiesa supina e muta

Gentile Dott. Augias
ho letto la lettera sulla “Chiesa supina e muta” pubblicata ieri, domenica 11 ottobre, su La Repubblica ed il suo commento. L’argomento dell’influenza della Chiesa sulla vita pubblica mi appassiona e mi piacerebbe esporre il mio pensiero.
Sono d’accordo con il lettore che la Chiesa abbia il dovere di portare la sua testimonianza anche nella vita pubblica. E DEVE farlo proprio perché è connaturato ad una organizzazione confessionale esser totalizzante fino alla esclusione dalla comunità (scomunica) per chi, anche nello svolgimento di pubbliche funzioni, devia dalla dottrina ufficiale.
Comprendo anche il cardinal Bagnasco che cerca di influenzare le leggi e condivido il suo divieto alle donne, anche atee, ad assumere la pillola RU486. La religione (qualsiasi religione) non può ammettere che esistano spazi al di fuori di essa o persone che ad essa non appartengono; al massimo le considera pecorelle smarrite che, prima o poi, torneranno all’ovile. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l’attuale pontefice sostenne che non si può parlare di “dialogo interreligioso” in quanto la Chiesa non può ammettere di trattare alla pari con “altre” religioni, perché sarebbe come ammetterne la esistenza e la validità.
Lo Stato confessionale è la naturale e logica aspirazione della Chiesa cattolica, come dell’Islam, come di qualsiasi altre religione, vedi anche la fortissima influenza che i monasteri buddisti hanno su tutta la vita dei villaggi nei quali sorgono.
La Stato laico è una invenzione recente e l’affrancazione dell’uomo dai [presunti] dettami della divinità è stata sempre avversata dalla Chiesa che vede messa in dubbio la sua funzione di esclusiva interprete del volere della divinità.
L’Italia, secondo le leggi che si è data, dovrebbe essere uno Stato laico, ossia indipendente da ordini che arrivano da [presunti] interpreti di volontà divine. Non, quindi, le manovre di Bagnasco per influenzare le leggi sono da condannare, perché fa il suo dovere. Son da condannare i nostri parlamentari e governanti che si fanno influenzare. Essi sono stati eletti in uno Stato laico e hanno giurato sulla costituzione e non sulla Bibbia o sul Vangelo.
Sono essi che dovrebbero sapere e conoscere che non tutti gli italiani vogliono esser governati dai precetti cattolici.
Sono essi che dovrebbero rispondere alle richieste d’oltre tevere come risponderebbero alle richieste di un qualsiasi altro capo di altra religione.
Sono essi che spesso, per compiacere il Vaticano, diventano più realisti del re.
Ed è colpa nostra che li abbiamo votati.
La ringrazio per l’attenzione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho paura che abbiamo governanti molto molto influenzabili

Saverio Fulci ha detto...

Oggi, 14 ottobre, su La Repubblica, Corrado Augias ha risposto a questa lettera.
Secondo lui la pretesa della Chiesa (qualsiasi Chiesa) di aspirare ad uno Stato confessionale "sopravvive solo in alcuni sfortunati Paesi come l'Iran". Magari!! Sarei felicissimo di ciò. Purtroppo in Italia accade, ed Augias lo conferma, perchè "sa di poter contare sull'aiuto di governanti interessati".
Verissimo. In Germania gli stessi vescovi della medesima Chiesa Cattolica del tedesco Papa Ratzinger distribuiscono moduli per le ultime volontà di finevita che farebbero gridare al sacrilegio il Vaticano.
E ciò conferma quello che affermo nel post. Non bisogna criticare la Chiesa perchè vuol influenzare, ma i nostri governanti che si fanno influenzare