mercoledì 25 novembre 2009

Ballarò, la Lega ed il reato di immigrazione clandestina

Nella puntata di ieri di Ballarò, l'on. Cota ha cercato di spiegare il perché della necessità del'esclusione del reato di immigrazione clandestina dal cd."processo breve" [meglio chiamarlo "ammazzaprocessi"]. L'esponente leghista ha confusamente parlato di una Direttiva dell'Unione europea che "imporrebbe" una sentenza per eseguire l'espulsione dell'immigrato irregolare.

Le cose non stanno proprio così. Anzi, è proprio per sfuggire a questa Direttiva europea che la Lega ha fortemente voluto l'introduzione del reato di immigrazione clandestina anche nella forma manifesto del pacchetto sicurezza e vuole fotemente che in ogni caso si giunga a sentenza nel reato di immigrazione clandestina.

La Direttiva europea in questione è la 2008/115/CE del 16 dicembre 2008 , non recepita dall'Italia, proprio quella che entusiasticamente Maroni ha dichiarato di voler anticipare portando sempre con il "pacchetto sicurezza" (lettera L comma 22, art.1 legge 15/7/2009) la detenzione (art. 14 del Testo unico immmigrazione n.286/98) nei Centri di Identificazione ed espulsione a 180 giorni.

Purtroppo per gli orientamenti politici della Lega, la Direttiva prescrive ben altro, ossia che l'espulsione coattiva del clandestino deve essere l'ultima ratio per gli Stati membri EU, preceduta dal tentativo del rimpatrio volontario, assistita da garanzie per il rispetto della persona, con sorveglianza del giudice sul trattenimento, con il diritto ad un ricorso effettivo contro l'espulsione, con il divieto di reingresso che non può eccedere i 5 anni, salvo casi eccezionali di pericolo per l'interesse nazionale (attualmente la Lega, con la Bossi-Fini ha portato questo divieto di reingresso per l'espulso sempre a 10 anni). Insomma una serie di garanzie per i cittadini di Paesi terzi che devono essere espulsi. Ma, ovviamente la Lega vuol avere la copertura europea solo sull'aspetto punitivo dell'aumento della detenzione nei CIE.

La Direttiva europea, però, all'articolo 2, offre una scappatoia ai leghisti: "Gli Stati membri possono decidere di non applicare la presente direttiva ai cittadine dei Paesi terzi a) sottoposti a respingimento alla frontiera, b) sottoposti a rimpatrio come sanzione penale o come conseguenza di sanzione penale". Quindi, se la polizia riesce ad eseguire l'espulsione del clandestino o irregolare, non serve la sentenza (si avrà, ai sensi dell'art.1 comma 15 della legge 94/2009 "pacchetto sicurezza", un non luogo a procedere). Se la polizia non riesce ad eseguire subito l'espulsione, la sentenza di condanna non servirà all'applicazione di sanzioni penali quali detenzione o multa, bensì offrirà la possibilità di escludere il clandestino dai benefici e dalle garanzie portate dalla Direttiva europea e privarlo della possibilità del rimpatrio volontario, delle garanzie della possibile gradualità del divieto di reingresso.

Insomma, non il reato di immigrazione clandestina è essenziale per la Lega, bensì una sentenza su tale reato.
Se la Direttiva europea dice che solo i cattivissimi possono esser trattati male, la Lega fa diventare tutti i clandestini cattivissimi per legge, così li può legalmente trattare male.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un po' come dichiarare che la mancata iscrizione anagrafica dei cittadini comunitari equivale ad un gravissimo pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica (prima versione del pacchetto sicurezza 2008) in quanto l'espulsione dei comunitari è consentita SOLO per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica.

Marco Boccaccio ha detto...

un cane che si morde la coda. e la coda in questione sono proprio gli immigrati. e io mi chiedo ogni volta: ma perché non ci si può spostare liberamente sulla faccia della terra? i reati sono altra cosa, da perseguire indipendentemente dal luogo dove è nato chi li commette.