venerdì 25 giugno 2010

Napolitano ed il crocifisso


Il Presidente Napolitano, in una lettera a Claudio Zucchelli (link), Presidente di "Umanesimo Cristiano", prende posizione sulla questione dell’esposizione del crocifisso nelle scuole, nell’imminenza della decisione della Grande Chambre attesa per la fine del mese di giugno.

Stimo molto Napolitano e le ragioni addotte per giustificare una presenza del crocifisso nelle classi sono profonde e meritevoli di ogni attenzione.
Volenti o nolenti, anche gli atei più convinti (tranne i 7 milioni di extracomunitari) sono cresciuti in un Paese, come l'Italia, profondamente imbevuto di dottrina cattolica (io ritengo che ciò non sia positivo, ma è un dato di fatto).
Quel che non mi convince della riflessione del Presidente, è che le argomentazioni addotte sono più confacenti a rimuovere un eventuale divieto di esporre il crocifisso che a giustificarne l'obbligo di esposizione.
Quell'immagine di uomo sulla croce (peccato che simboleggi la morte e non la resurrezione) non mi ha mai dato fastidio nei miei anni scolastici, non ho mai provato lo stimolo di rimuoverlo. Quello che mi dà veramente fastidio è l'OBBLIGO della sua esposizione.
Se lo Stato obbliga ad esporre un simbolo delle aule ove impartisce la scienza e l'educazione, significa che tutta l'attività svolta in quelle aule deve essere informata ai principi che quel simbolo rappresenta.
E' come l'esposizione, nelle stanze dei capi degli uffici del tricolore e delle fotografia del Presidente della Repubblica. Significa che tutta l'attività lì svolta deve essere informata ai principi rappresentati dal tricolore e dal Presidente.
E non necessariamente i principi rappresentati dal Crocifisso e dal tricolore coincidono. Posso essere un ottimo cittadino, rispettare tutti i principi della Costituzione, anche se non riconosco l'autorità della Chiesa, che si autodichiara fondata proprio da quell'uomo in croce.
Quel che temo è che, comunque si pronuncerà la Grande Chambre, la sua decisione provocherà i soliti velenosi battibecchi politici (ricordate il "Possono morire!" di La Russa?) per nulla consoni all'esposizione non di "un simbolo di pace e tolleranza", anche se la normativa ancora in vigore che ne impone l'esposizione (R.D. 30-4-1924 n. 965 e  R.D. 26 aprile 1928, n. 1297)  lo definisce, riduttivamente, "arredo scolastico" al pari del cestino e della lavagna, altro che simbolo!
Tutto questo clamore per un "arredo scolastico".... Chissà cosa ne pensa il crocifisso di Don Camillo!!!

1 commento:

Marco Boccaccio ha detto...

vero: anche per me, che già ero ateo a tredici anni, il crocifisso non è mai stato un fastidio: si vede che lo percepivo come un arredo ;-)
però è ora di toglierlo, aggiornando i regolamenti degli anni venti come si è aggiornato il codice civile. se non altro per quello; che è poi il vero motivo per cui costoro vogliono mantenerlo.